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98 Le donne, che gran pezzo mirato hanno continuar tante percosse orrende, e che nei cavallier segno d'affanno e di stanchezza ancor non si comprende; dei duo miglior guerrier lode lor danno, che sien tra quanto il mar sua braccia estende. Par lor che, se non fosser più che forti, esser dovrian sol del travaglio morti.

Ma quella specie d'affanno si dileguò, grazie a qualche goccia di un cordiale che donna Rosalia gli aveva appressato alle labbra. Avrei voluto nuocergli, riprese; farlo cadere in disgrazia di nostro padre; rovinarlo.... Il duca s'interruppe ancora, vedendo la porta aprirsi.

38 Tutti i sudditi tuoi, morendo, privi de la speranza, un ben che sol ne resta. Spero che n'abbi a liberar, se vivi, e trar d'affanno e ritornarne in festa. So che, se muori, si

Confiteor.... Ma egli non poteva confessarla! Non poteva confessare nessuno, e lei tanto meno! Egli era un uomo, debole, cieco, turbato, malfermo come tutti gli uomini, ed in quel momento d'affanno più di tutti gli altri! Perchè metterlo dunque alla prova; e quale mostruoso sacrilegio doveva compirsi sotto quel confessionale, nella casa del Signore?...

Gonfiansi entrambe, e rio furor le accende Con orgoglio superbo a far difesa; Ma poi nel petto lor tema discende che torna di giel l'anima accesa; Quinci Aletto smarrita a fuggir prende, Segue Megera, e la bramata impresa Rimansi ivi deserta, onde d'affanno E con ringhi e con mugghi aspri sen vanno.

Ben dissi fui; ch'or non son più di lui, ma di dolor, d'affanno e di mestizia. Colpa d'Amor; ch'io non saprei di cui dolermi più che de la sua nequizia, che dolcemente nei principi applaude, e tesse di nascosto inganno e fraude.

Gli ricordò la devozione, la gratitudine che il padre di lui, il vecchio Frascolini, aveva sempre serbata viva nell'anima per la signora duchessa, quella santa donna che sarebbe morta d'affanno, se qualche disgrazia fosse toccata alla sua figliuola; e siccome Sandro si era messo a fissarla come intontito, la Nena lo credette commosso, gli gettò le braccia al collo e continuò a pregarlo, a supplicarlo, coprendolo di carezze, di baci, di lacrime finchè, vedendo che l'altro durava a star zitto, esclamò: Dunque, di' su, rispondi; mi fai questa grazia?... Posso viver tranquilla, vero?... Posso viver tranquilla?

43 Tu m'hai, Ruggier, lasciata: io te non voglio, lasciarti volendo anco potrei; ma per uscir d'affanno e di cordoglio, posso e voglio, finire i giorni miei. Di non morirti in grazia sol mi doglio; che se concesso m'avessero i dei ch'io fossi morta quando t'era grata, morte non fu giamai tanto beata.

Ah, ah! pensava la signora Perrotti, guardandolo di sottecchi. Il medico ha perduta la testa. E si voleva darla ad intendere a me! Vedete l'innocentina che si moriva d'affanno per l'abbandono di Percy, e gi

Finito l'appello, messi gli uomini per due, Sennacheribbo gli si rivolse e disse: O splendida meteora, Eccoci pronti! Orsù, Dacci il segnale, muòviti Non indugiam di più. Per vie battute e impèrvie Selve, di su, di giù, Donna Rosmunda guidaci A trar d'affanno tu!