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Io lo richiamo al viaggio agli Ipogei, quando alla madre egli dice: Madre, tu l'hai cullato tanto fra le tue braccia, tu hai pianto tanto, madre, e te lo restituisco cadavere. Io vorrei ricordare quanto la madre risponde: Ho pregato tanto nel silenzio della tomba, per vederti, Mafarka! Tu sei ritornato, figlio mio, figlio mio nutrito col latte del mio seno! C'è offesa! c'è il seno, si figuri e c'è anche il latte! Orbene; io vorrei ricordare questo, quando dice al popolo: Perchè vuoi soffrire, perchè hai bisogno dell'eterna dominazione? Vattene in libert

Le sfiorò la fronte con un bacio lieve, e la lasciò. Ancora il giuoco degli specchi, nel passaggio, lo fece sussultare; poi, aperto il finestrino della sua cabina, si abbandonò sul lettuccio. Con gli occhi alla luce trionfante, abbacinato, cullato dal moto del treno dopo la notte insonne, sentì il suo pensiero annebbiarsi. Era partito la sera precedente? Non era passato un tempo lunghissimo, dal momento che aveva ricevuto la lettera di Rosanna? Quante cose, nel giro di poche ore! L'attesa alla stazione, il pericolo sulla linea ingombra, la corsa lungo il binario.... Ma quanti maggiori mutamenti nelle disposizioni del suo cuore, quanti più gravi avvenimenti nella sua intima vita! Dalla gioia al pensiero di rivederla dopo tanta separazione, al proposito di rimproverarla acremente per il lungo abbandono; dalla paura di perderla spaventosamente in uno scontro di treni, all'ebbrezza di stringersela viva sul vivo cuore; dalla rivelazione della possibilit

Lontano lontano vedo galleggiare una strana barca di pioppo, una cassa da morto, vuota, senza coperchio.... È la barchetta?... Mi vi adagio, apro la bibbia che mi hai dato tu, fanciulla del mio dolore, perchè la mi serva di vela, e, lettore cullato, cappuccino nel gran coro sonante, e viaggiatore insolito, mi avvio lontano dove mi porta l'onda.... Più lontano ancora.... Non ispero incontrarti, o barchetta dell'amore che sognai un , no: sulla mia vela è scritto: A chi molto amò sar

Ricordo il giardino, disse Nancy, con gli occhi vaghi in cui fluttuavano le rimembranze, e l'altalena... Che altalena? disse Anne-Marie, prendendo interesse all'argomento. Allora Nancy le descrisse il lontano giardino, placido nel mite sole inglese, dove ella, bambina, aveva cullato sull'altalena i suoi fantastici sogni, e da cui, al tramonto, si vedeva l'orizzonte acceso sull'orlo del mondo...

Quell'entrata così vibrante di febbre appassionata, nelle prime ore della notte, si ripeteva due o tre volte; pareva che ella si assopisse in un soave abbruciamento di sangue, in un seguirsi di fiammeggianti visioni, dove talvolta, accanto al nome adorato, si veniva a delineare vagamente un fiero profilo maschile, dove uno sguardo superbo e amoroso lampeggiava; ed ella sentiva tutto il suo spirito carezzato, cullato da questa visione; la veglia si tramutava in sopore febbrile e in sogno. Ma, ogni tanto, la visione diventava così vera, così viva, così fremente di amore che ella udiva, , udiva, una voce sommessa pronunziare il suo nome: ella trabalzava, ripresa da un soffocante impeto di passione, cercando con le mani, nell'oscurit

Ma La Stampa andava a vele gonfie, aumentava diffusione e tiratura tutti i giorni; ma anche costava sempre più denari a don Pio, il quale cullato dalle promesse di Ubaldo, dai discorsi dell'onorevole Carrani e più di tutto dal grande fatto di aver riunito all'ombra del labaro del giornale tutte le forze del partito progressista, sognava gi

Egli, dopo d'aver fatta la sua giratina, s'era seduto vicino la fontana tra le alte quercie, sopra un sasso nascosto quasi da una ginestra in fiore: e con le gambe penzoloni, e con il fucile sulle ginocchia, almanaccava, cullato dal mormorio dell'acqua cadente.

I ragazzi, all'intemerata materna, si guardavano per di sotto tra di loro, timorosi, e quietavano un poco; il bambino cullato, sentendo ripresa la cantilena, cessava dal piangere; succedeva un istante di tranquillit