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Anacrëonte, cantor dei fervidi Baci e degli inni nati fra i calici E delle porporine Rose allacciate al crine. Sedea pensoso, stringendo l'abile Stil nella destra, la intatta tavola Sulle gambe giacente Guardando avidamente. Un sacerdote dall'occhio linceo Di l

Muse, Muse, mentr'io di lei favello, avvolgetemi alcun di questi rami intorno al crine, e non mi siate avare del favor vostro: i' canto il vostro onore. E tu, TITIRO mio, mcntr'io ricorro quel che mi detta Amor, le mie parole va ricogliendo, e 'n quel surgente tronco le ripon di tua man; col tronco insieme sorgeranno il suo nome e i nostri amori.

A un tratto il sole raddoppiò di splendore; c'era la distanza d'un palmo dalla sua luce ai capelli del nonno. Il nonno pareva assorto in contemplazione, ritto sui piedi e appoggiato alla roccia; fu un baleno quando il suo crine canuto al primo tocco della luce diventò d'argento.

91 Quivi si ferma il corridore al fine, ma non si può guidar, che non ha freno. Il Tartaro lo tien preso nel crine, e tutto è di furore e d'ira pieno.

E 'l bel chiaro Arno ora di voi s'onora, l'antico fuor traendo umido crine, forma con l'acque in suon cotai parole: qual luce e questa o belt

Scioglimi un dubbio alfine: Lèvati il falso crine; Vediam se ancor ti resta, O Clelia, un po' di testa! R

A sinistra, sotto il crine meridionale del Pellegrino, a cavaliere della collina declinante verso l’Acqua santa, sorger

Venne sempre nella nostra camerata col cappello in testa e col linguaggio dell'uomo che vuole essere temuto e vuole essere considerato un domatore di dannati alla galera. Uscito il direttore dal corridoio, entrò nel cubicolo un pagliericcio di crine vegetale puntato, assolutamente insufficiente anche per un corpo mingherlino come quello di Romussi.

Musa, ch'alme corone al crine adorno Tessi di stelle, e di bei lampi ardenti, E dal Cielo, ove fai dolce soggiorno, D'ammirabile spirto empi le menti, Di' d'AMEDEO, come da Rodi intorno Tolse il furor de le nemiche genti, Quando a' Cristiani altar porgendo aita Il feroce Ottoman trasse di vita.

Intese Garibaldi, e sorridendo dette uno sguardo a Leggero, e stava in quello sguardo la più bella lode pei coraggiosi Scarlinesi. Così percorsero Val Lunga, e giunsero sulla Collacchia, o crine del poggio, che per l'altro declive termina con Cala Martina.