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Ferdinando II era inesorabile, ma solamente pei crimini di Stato. Il sangue ed i gemiti del delinquente lo esilaravano, quelli del deliquente ordinario non lo allettavano. La sua istruzione era singolare per un re. Egli avrebbe potuto insegnare teologia al Collegio Romano; ma ignorava completamente la storia, il diritto pubblico, l'economia sociale.

«Dopo la battaglia di Waterloo e la seconda abdicazione di Napoleone, Luigi XVIII volle deferire ai consigli di guerra i colpevoli di aver tradito il re prima del 23 marzo, e di avere attaccata la Francia e il suo governo a mano armata. Con ordinanza del 24 luglio mandò Ney, Cambronne ed altri ai giudici militari. Il maresciallo fu difeso da Berryer, padre, che sostenne l'incompetenza del Consiglio di guerra. Queste furono le ragioni sostenute: il giudizio su preteso crimine di Stato non essere domandato ad un Consiglio di guerra. Il sovrano, capo dell'esercito, si osservò, non poteva pronunziare in causa propria, per giudizio dei suoi ufficiali. L'articolo 33 della Costituzione affidava alla Camera dei Pari la procedura per i crimini di alto tradimento. Gli articoli 62 e 63 vietavano di sottrarre un prevenuto ai suoi giudici naturali. Il re per un altro articolo del Patto costituzionale stretto con la nazione aveva renunziata la potest

Questi infingimenti sono inutili! esclamò il giudice, adoperando questa volta la ciera brusca, per atterrire il giovane Tognetti. Consta alla giustizia che in quella sera tu hai preso parte alla nefanda ribellione; consta che hai commessi misfatti e nequizie senza termine; consta che hai perpetrati omicidi, ferite, ed altri crimini e delitti; consta sopratutto, che ti sei macchiato del crimine di lesa maest

Il suo primo articolo diceva questo solo: «Fino al 31 dicembre nelle Provincie infestate dal brigantaggio e che tali saranno dichiarate con Decreto Reale, i componenti comitiva o banda armata di almeno tre persone che vada scorrendo le pubbliche strade o le campagne, per commettere crimini o delitti, saranno giudicati dai tribunali militari di cui nel libro II, parte II, del Codice penale militare».

Gli avvenimenti in Italia in ordine al tempo e allo spazio dicono che i moti di Sicilia e i crimini anarchici servirono di comodissimo pretesto per colorire il programma della reazione, ciò che prova luminosamente che la salus patriae fu invocata in malafede.