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Non gl'insegnò filosofia perchè quello spropositato animale di mastro Donizone credeva Aristotile eretico. Vedete la bestial creatura! Nonpertanto lo addestrava in cento corbellerie di dialettica; nel tempo stesso che il marchese Goffredo se lo recava appresso saltando fossi a cavallo, fracassando crani della mazza ferrata, e forando corazze con la lancia.

La Cecchina aveva cinquantasei anni, ma ne dimostrava almeno dieci di più. Aveva pochi capelli, quasi tutti bianchi, gli occhi infossati nelle orbite, e due solchi alle tempia, che facevano pensare ai crani umani allineati negli ossari; le guance erano due cavit

Il veterano Tutta sapea di quelle tibie infrante L'epica istoria, e ballottando i crani Nella tremula man, tutta mi sciolse La leggenda dell'odio ch'ei ricanta Per quattro marchi ed un bicchier di birra Com'è descritta in violente note Sopra la scorza logora dell'ossa.

L'ossario di Solaro ov'io passavo quasi tutti i giorni, e guardando i crani pensavo a te, dicendomi: che cosa è la vita? e dove io ho contemplato quella mano rattrappita e secca, quando avevo sul cuore la lettera che mi avevi scritta e m'immaginavo la tua manina tonda e morbida, l'ossario l'hanno demolito... E noi abbiamo cambiato l'aspetto delle camere, del giardino, ma il mio cuore non muta.

Sembrano, ora, cranî colossali di mastodonti scomparsi, o piuttosto gli ossami d'una catena di monti scarniti. E che vedo, più in giù?

Vi son cervelli modellati a stampo Dei crani d'una volta e ingegni vivi In cui divin guizza talora un lampo.... È il pan che manca che li fa cattivi. Bello il morir, quando s'ignora il mondo, Piegando come un uccellin la testa. E il funeral, spettacolo giocondo, Si fa con fiori e le campane a festa.

Dai capi attaccati a ragione di esempio prende nome il Ponte delle Teste sul fiume Oreto, ove, crani spolpati e bianchi, fino a mezzo il secolo XIX, si vedevan sospesi ad una piramide³³⁶. E ve n’erano, come abbiam detto³³⁷, anche al Palazzo pretorio, avanzo di casieri ladri, i quali pagarono sul patibolo il danaro mal tolto in un tempo, in cui i fallimenti dolosi non si chiamavano apropriazioni indebite, ed i furti del pubblico erario venivano puniti non con pochi anni di carcere, a pasticcini, ma con la condanna nelle galere dello Stato a vogare per tutta la vita.