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Per quattro fianco destro, avanti marchs! E mettendoci alla peggio per quattro, escimmo dalla stazione dietro all'ardente condottiero, infilammo il viale dei Platani che vi conduce, e passando di sotto all'Arco che fu inalzato ad onore dello strenuisissimo Principe di Condè, entrammo nel capoluogo delle Côte d'Or.

Giunti a casa trovammo sul camminetto una bottiglia di vecchio Borgogna che in quel momento ci apparve più cara di tutte le moine. Oh! non erano sconoscenti i buoni abitanti della Còte d'Or! Le gentilezze di cui ci erano prodighi infondevano nuovo ardore nei nostri petti, e tutti noi anelevamo un combattimento per mostrare che non eravamo indegni della fiducia che in noi riponeasi.

Il governo della difesa Nazionale, non ultima disgrazia della disgraziatissima Francia, non aveva compreso nel patto proposto i dipartimenti della Côte d'Or, del Doubs e del Jura. Quindi sospensione d'ostilit

Ma chi è colui che truculento e instabile Or da l'un fianco ed or da l'altro volgesi, E scuote il capo ed agita la zazzera, E in cambio di parlar gestisce ed ulula? Demagogo e poeta ei tempra il filo De la republicana ira a la cote De l'appetito, e il giambo archilochèo Spilla al vinifluo doglio, unico olimpo, Da cui la sua spennata aquila avventa I fulmini de l'estro.

Di cui la colpa? Colpa è di coloro i quali mentre Roma, e Venezia arieno ad essere i punti estremi della cote su cui arrotare il ferro, e la virtù italiana gittarono dentro lo spazio che intercede tra una terra e l'altra vilt

Dopo un lungo colloquio il parlamentario ritorna verso la Côte d'Or: il popolo lo saluta con fischi. Assai brutta idea si devono aver fatta quei Tedeschi della civilt

Chiusa nel velo, coi lunghi occhi obliqui fissi all’artier da la vermiglia tunica, ritta presso la porta parlò ella, e sibilo parea la sua favella: «Affila, affila sulla cote lucida i tuoi coltelli dai riflessi lividi. Affila, affila, scarno affilatore: questo per l’odio, questo per l’amore. Nell’alterno strider le lame oscillano, com’esse, al ghigno, i tuoi denti sfavillano.

Garibaldi, non è inutile il ripeterlo, si mostrò abilissimo generale nella precipitosa nostra ritirata: niente restò in mano a un nemico che ci capitò addosso, quando meno lo si aspettava: il primo febbraio la Côte d'Or era sgombra assolutamente dall'armata dei Vosgi.

Affila, per l’orgoglio e per l’insulto, per l’ambascia che cela il suo singulto, per l’invidia che con dilania, per la vendetta che in agguato palpita, per le madri accosciate sulle porte ad aspettar le creature morte: per ogni triste uomo e triste femmina ch’abbia commessa la colpa di nascere, affila, affila i tuoi coltelli a punta, fino a quando la cote sia consunta.

Sia dunque questa mia fatica per abbozzatura dell'imagine, lasciando ch'altri gli donino li perfetti colori e ultimi lineamenti, bastandomi assai far ufficio di cote e ch'il mio pensiero si drizzi a segno di servire in alcun modo il gran zelo di Vostra Eccellenzia. Alla quale, facendo umilissima reverenza, me l'inchino. Dalle carceri di Vicaria, oggi a 10 di luglio 1613.