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Si stracciò la casacca a mise allo scoperto la ferita infertagli da Abd-el-Kerim, esaminandola attentamente. La scimitarra eragli penetrata sotto la quinta costola, dopo di aver urtata la quarta ed aveva lacerato le carni per una lunghezza di sette od otto centimetri, ma senza che avesse toccato alcuna parte delicata. Capì subito che la ferita era dolorosa ma niente affatto mortale e respirò.

Chi scrive conosce un tale della costola d'Adamo, uomo del resto di molto ingegno e di miglior coltura, e, come parve a taluno, anche di assai buon senso, il quale tiene per fermo che i patrizi sieno, nella grande catena, d'un bel tratto più presso a Dio che non il resto del genere umano; assunto che si affanna a dimostrare con una convinzione veramente prodigiosa, e, quel che più fa maraviglia, senza che il vino gli abbia dato alla testa.

R. S. V. P... Sentite dunque; qualcuno si è tirato, per me, un colpo di pistola al cuore, o, più esattamente, sotto la clavicola. La palla è penetrata fra la terza e la quarta costola, ha intaccato il polmone, e non si è potuta cavar fuori. L'individuo è stato un mese tra la morte e la vita; finalmente il s'est tiré d'affaire. Je ne m'en porte, come voi vedete, meglio peggio.

Io, compiendo tranquillamente il gesto voluto dalle mie parole, risposi: È qui, e se posso offrirvene una costola...

Ed è sua, la stecchettina minuscola, è sua; vedo il nome di Kitty inciso sulla costola, in bei caratterini italici, di colore azzurro carico. Ah, Galatea, siete tradita! ed io vi potrei convincere d'esser venuta all'Acqua Ascosa stamane, o alla più lunga ieri mattina. Ma non lo farò; non mi preme di convincervi, non mi piace di restituirvi il fatto vostro.

Ahi! ahi! mi hai rotto una costola. Una di più, una di meno, sclamò ridendo Topo, poco monta: non è mica un occhio. Cane, interruppe la cuciniera, che tirava il fuoco sotto la padella, cane! mi fai le corna con Sandrina. Sandrina ha tanti anni quanti il brodetto. Ma ha dei quaini*. * Denari nel vernacolo livornese.

Ma prontamente io interruppi quello stupore con la seguente nozione bibliografica: Centocinquant'anni fa, il gesuita Lucchesini scrisse un opuscolo intitolato: Sciocchezze scoperte nelle opere del Machiavelli dal Padre Lucchesini. L'arguto editore stampò in abbreviazione sulla costola del libro: Sciocchezze del Padre Lucchesini.

È un fatto: la polizia degli antichi sovranucci, che i monarchici d'oggi gabellano per tiranni e per despoti, non hanno mai usato dei modi schifosi che usano i questurini del nostro beatissimo regno: quando uno capita per caso tra le loro mani, può attaccare un voto, se per lo meno non ci lascia una costola, chè questa gente è molto feroce... quando l'individuo è in ceppi e puzza un tantino di repubblicano!... Chiuder gli occhi sui gallinai, fare il manutengolo ai ladri è permesso, ma lasciare in santa pace un soggetto pericoloso, un uomo che sbraita sempre perchè vuole esser riconosciuto per uomo... oh! questo è troppo!

Portava un abito di vigogna oscuro; e teneva ancora in mano un pettine di tartaruga bionda con la costola d'argento. L'abito, di foggia semplicissima, secondava la svelta eleganza della persona. Un gran mazzo di crisantemi bianchi le saliva di sul tavolo all'altezza della spalla.

Un fritto di patate, una scodellata di minestra al latte, un pasticcio di spinaci, una costola di capretto, e due bicchieri di vino dell’Inferno, di quello che fanno i vigneti di Liverogne e che procacciò forse a quel villaggio il nome rablesiano che non si merita. Dopo cena passammo nel suo studiolo e seduti tutti due a cavallo della stufa cominciammo a discorrere.