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Afferman la coronazione Giachetto Malespini, cap. 212, e Giovanni Villani, lib. 7, cap. 69, che copia il Malespini. Montaner, cap. 63, la scrive anche, senza espressare qual vescovo l'avesse fatto.

Di questa dipintura e de' versi che vi sono scritti, fece una descrizione sul cominciamento del secol passato il chiarissimo canonico Mongitore; la quale si legge tra i suoi Mss. nella Biblioteca di Palermo, e io la pubblico al docum. Con tutto ciò ho dubbi validissimi intorno la coronazione di Pietro d'Aragona.

Sono alcuni li quali credono, percioché Dafne, amata da Febo e in lauro convertita, fu da lui eletta a coronare le sue vittorie, e i poeti sono a lui consacrati, quindi tale coronazione avere origine avuta: la quale opinione non mi spiace, niego cosí poter essere stato; ma tuttavia mi muove altra ragione.

E comeché di questo onore li greci fossero inventori, esso poi trapassò a' latini, quando la gloria e l'arme parimente di tutto il mondo diedero luogo al romano nome; e ancora, almeno nelle coronazioni de' poeti, comeché rarissimamente avvenga, vi dura. Ma, perché a tale coronazione piú il lauro che altra fronda eletto sia, non dovrá essere a veder rincrescevole.

E certo il suo disiderio veniva intero, se tanto gli fosse stata la fortuna graziosa, che egli fosse giammai potuto tornare in Firenze, nella quale sola sopra le fonti di San Giovanni s'era disposto di coronare; accioché quivi, dove per lo battesimo aveva preso il primo nome, quivi medesimo per la coronazione prendesse il secondo.

Ed ai re d'Aragona stessi fu con iscomunica proibito da Innocenzo terzo il batter monete piú leggiere del solito a danno de' sudditi; anzi nella coronazione giurarono quei sovrani, fra l'altre cose, di non mutare le antiche leggi delle monete.

E la cagione fu però che Lodovico duca di Baviera, dagli elettori della Magna eletto in re de' romani, e venendo per la sua coronazione a Roma, contra il piacere del detto Giovanni papa essendo in Roma, fece contra gli ordinamenti ecclesiastici un frate minore, chiamato frate Pietro della Corvara, papa, e molti cardinali e vescovi; e quivi a questo papa si fece coronare.

Sono alcuni li quali credono, percioché sanno Danne amata da Febo e in lauro convertita, essendo Febo e il primo autore e fautore de' poeti stato e similmente triunfatore, per amore a quelle frondi portato, di quelle le sue cetere e i triunfi aver coronati; e quinci essere stato preso esempio dagli uomini, e per conseguente essere quello, che da Febo fu prima fatto, cagione di tale coronazione e di tai frondi infino a questo giorno a' poeti e agl'imperadori.

E, perché l'alloro, come davanti avemo mostrato, è quello albero, le cui frondi testimoniano nella coronazione la facoltá del poeta, meritamente possiamo dire, l'alloro dalla donna veduto significare e la disposizione del cielo nella nativitá futura di Dante, e la precipua affezione e studio di colui che nascere dovea, come chiaramente n'ha dimostrato quello che appresso la nativitá di Dante è seguito.

E perciò, sperando per la poesí allo inusitato e pomposo onore della coronazione dell'alloro poter pervenire, tutto a lei si diede e istudiando e componendo.