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Or mira questi, or quelli morti, e muove, e vuol le piaghe misurar con mano, mosso da strana invidia ch'egli porta al cavallier ch'avea la gente morta. 37 Come lupo o mastin ch'ultimo giugne al bue lasciato morto da' villani, che truova sol le corna, l'ossa e l'ugne, del resto son sfamati augelli e cani; riguarda invano il teschio che non ugne: così fa il crudel barbaro in que' piani.

Ahi! ahi! mi hai rotto una costola. Una di più, una di meno, sclamò ridendo Topo, poco monta: non è mica un occhio. Cane, interruppe la cuciniera, che tirava il fuoco sotto la padella, cane! mi fai le corna con Sandrina. Sandrina ha tanti anni quanti il brodetto. Ma ha dei quaini*. * Denari nel vernacolo livornese.

La voltò e rivoltò tra le mani, facendo un mondo di congetture, poi si strinse nelle spalle e l'aprì. Era corta, ridicola, ma fulminante. «E becco! becco! vostra mogle vi fa li corna con lo vostro amico, tutti lo sanno e voi non venne accorgite o fate finta di non venne accorgere, si baciono tutto il iorno sotto l'arvole del iardino si oniscono ogni sera nel cirschetto cinise e vi saloto!!!!

Anco i re sono uomini ed hanno diritto di esser gelosi; sentenziò Tristano, rannuvolandosi. Per altro, bisognerebbe che fossero uomini del tutto, e si potesse qualche volta giuocarsela anche con loro. Ma via, lasciamo questi discorsi, e andiamo piuttosto al ritrovo. Ella è pronta a scendere sul terreno? -Sicuramente! Posto tra le due corna del dilemma... -Preferisce il secondo corno. Ha ragione.

Poi fu tutta una danza serpentina, circoscritta nel raggio di pochi metri, l’uomo fra le corna del toro, di qua, di l

Anche nel Casino dei galantuomini si dicevano corna di que' poveri diavoli, sempre in moto, in fin de' conti, per tutelare le vite e gli averi dei cittadini, a rischio di prendersi una schioppettata! Guarda gli sbirri! correvano ora che c'era il morto: dovevano trovarsi l

Narrò Rugger a Carlo e cinque e sette bricconerie del guascon ch'io non dico, le corna di Terigi e di Marfisa e il disonor della magion di Risa.

Al quale Beatrice dice cosí: «Da poi che vuoi saper cotanto addentro», cioè profonda ed occulta cosa, «Dirotti brevemente mi rispose Perch'i' non temo di venir qua entro», in questo carcere cieco. «Temer si dee sol di quelle cose, C'hanno potenza di fare altrui male». come Aristotile nel terzo dell'Etica vuole, il non temer le cose che posson nuocere, come sono i tuoni, gl'incendi e' diluvi dell'acque, le ruvine degli edifici e simili a queste, è atto di bestiale e di temerario uomo; e cosí temere quelle che nuocere non possono, come sarebbe che l'uomo temesse una lepre o il volato d'una quaglia o le corna d'una lumaca, è atto di vilissimo uomo, timido e rimesso.

Alle corte, perchè si viaggia, se non per vedere e studiare? E perchè si scrive di viaggi, se non per dar conto alle genti di ciò che s'è veduto e studiato? Qui sono troppe cose, non che da studiare intimamente, da vedere correndo. Ma poichè di talune ho avuto a dir corna, e forse mi rimarr

Quasi in tutte le case del Mezzogiorno si vedono queste corna, tenute come amuleti contro il «malocchio» e piccoli cornetti vengono portati dai principi alla catena dell'orologio e pendono dal collo dei ragazzi dei pescatori.