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Che sei, ribaldella? Sei la bellissima dagli occhi neri. Se io fossi pittore manierista, ti pingerei col pezzotto bianco, colla crocetta d'oro in collo, colla camicia e le bretelle delle coriste pastorali, colla gonna azzurra.... Ma tu sei la bellissima dagli occhi neri.

Che c'è di nuovo disse un po' seccato Alfredo e lesse: Alfredo. Partito Cuneo, arrivato qui ora. Compagnia distinta operette, quattro prime donne assolute, giovani, dieci coriste, uomini sette, brava gente, io Direzione. Ti aspetto trattoria Ramolaccini stassera ore 9. Ceneremo compagnia tutti. Bacio. Tuo Golasecca.

Fosse pure la musica vergata da una mano divina, fosse pure eseguita dagli artisti con la voce e col cuore, viene un'ora che nel teatro si prova la noia e il disgusto, La mente rimane fredda e scettica, l'anima non si lascia più trasportare, la riflessione analizza, distrugge e sogghigna: le arcate maestose, le ombrie dei giardini sono di cartone dipinto; quei due che si amano gorgheggiando o strillando, sono ridicoli; le coriste, le nobili damigelle, sono brutte, vecchie e stupide: tutto è falso, convenzionale. Le illusioni, sieno anche quelle ottiche, sono svanite; invano si chiama in aiuto la forte potenza dell'astrazione, invano si cerca un impulso, un impeto di entusiasmo: il senso della realt

Nel ritirarsi dal proscenio per sfidare il pontefice romano che si avanza in mezzo ad una processione di coriste vestite da vergini, Attila esclama con voce rabbiosa: maledetti! c'era un becco di pollastro.... in quella gelatina.... Qualche vendetta.... so io.... di chi.... Della birra! datemi della birra!... No.... Non siamo più a tempo.... Accidenti alla musica ed al pubblico!

Con chi l'ha, quel cane.... di uno stonatore? esclama il tenore colla sua voce di falsetto, gettando al basso uno sguardo di stizzosa ironia. Non so di noi due chi sia più cane, risponde Attila con voce fremente. Dio! s'ha stonato tutti in questo finale!... strilla il secondo tenore. E la prima donna in un crocchio di coriste: s'io avessi saputo d'aver a cantare con questi cani....

Baritono Primadonna Frate profondo indi Coristi, Coriste e Comparse in costumi di tutte le epoche.

Lalla era di gusto fine, delicato; aveva il temperamento e i nervi aristocratici; per ciò, la corruzione profonda, ma raffinata, del marchese di Vharè, si rivestiva agli occhi suoi di nuove attrattive al confronto delle marachelle democratiche e trivialucce dei giovani provinciali di Borghignano, le quali consistevano nell'andare a cena colle coriste e le ballerine sudice e sbilenche, nell'ubriacarsi rumorosamente col vino da fiasco o colla birra, nel rovinarsi, a poco a poco, ai tavolini delle trattorie e colle carte nostrane, senza il lusso e l'effetto drammatico di una bella catastrofe rumorosa.