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Dalla meditazione severa sulle vicende dei quaranta anni trascorsi e sulle cagioni per le quali molti dei tentativi operati con animo generoso a pro della emancipazione de' popoli tornarono in nulla, emerge parmi, un fatto singolarissimo che giova anzi ogni altra cosa distruggere, perchè frappone un ostacolo grave ai disegni degli uomini liberi, ed è questo: che i più fra quanti combattono la tirannide politica, intellettuale e civile o non hanno o non manifestano un simbolo intero, una credenza coordinata. DISTRUGGERE, rovesciare il vecchio edifizio sociale; sperdere le reliquie del feudalismo; rompere i ceppi agli uomini d'una nazione in questo concordano. Più oltre s'arrestano incerti, come se a quel termine avesse fine la loro missione. Procedono animosi com'Attila, nell'opera devastatrice: com'egli, davanti a Roma, s'arretrano paurosi davanti a ciò che dev'essere intento all'impresa, davanti alla parola che deve ridurre a formola le loro dottrine, a definizione i loro progetti. Non parlano di FONDARE, o se lo fanno, è linguaggio timido, misterioso, indeterminato per siffatto modo che varrebbe meglio tacersi. Scrivono LIBERTÀ sulla loro bandiera. Libert

La ragione poi dice: L'unione carnale è lecita se coordinata alla generazione della prole; questo è il suo scopo; ma non basta procrear figli, bisogna nutrirli, allevarli, istruirli, da ciò, l'obbligo naturale nei genitori di compiere tutti quei doveri che richiedono una lunga coabitazione.

Chiedetelo al pensiero che ordinava quei moti chiedetelo al grido levato dai primi a insorgere in tutte le terre che afferravano spontanee il concetto di vita chiedetelo al palpito di tutti i cori, al fremito generoso che invase la intera Penisola, quando narrarono i colpi di fucile tratti dalla casa Menotti, all'ardore che fece correre all'armi la gioventù di Bologna quando il vento recò ad essa l'eco del cannone di Modena all'entusiasmo della gioventù parmigiana non avvertita, non coordinata, non commossa dalle congiure alle stampe, ai bandi, ai colori adottati, ai viaggiatori che corsero da un punto all'altro per affratellare le varie contrade, alla bandiera che sventolò tra quei moti. Quella bandiera fu la bandiera italiana quei colori erano i nazionali italiani quelle prime voci erano voci di patria, di fratellanza, di lega italiana quel fremito, quel tumulto, quel moto era il voto dei forti, serbato intatto per quaranta anni di sciagure e di persecuzioni; concentrato allora intorno ad un nome al vecchio nome d'Italia, a quel nome immenso di memorie, di gloria, di solenne sventura, che i secoli di muto servaggio non avevano potuto spegnere, e che mormorato all'orecchio era trapassato di padre in figlio, come il nome del temuto nella lunga cattivit

Quanto poi i tumulti di Sicilia fossero la conseguenza della coordinata direzione dei cospiratori con non minore evidenza emerge da ciò che il De Felice scrive a una sua amica: «Giungono notizie di gravi disordini dalla provinciaDunque quei disordini erano per lui cosa nuova; e lo erano ancora il gennaio, quando gliene scrive, provando che non erano stati da lui preparati.