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per che la voglia mia saria contenta d’intender qual fortuna mi s’appressa: ché saetta previsa vien più lenta». Così diss’ io a quella luce stessa che pria m’avea parlato; e come volle Beatrice, fu la mia voglia confessa. per ambage, in che la gente folle gi

Ti confesso però che mi sono divertita molto, appunto perchè non avevo mai assistito ad una festa simile; ma se ciò si ripetesse spesso, mi stancherei, e non sarei contenta di passare il tempo a divertirmi senza esser utile a nessuno.

Capisco, o mi par di capire, che la luminosa contessa mi faccia questi sfoghi per chiasso, e che nel fondo sia molto contenta d'esser seccata. Questi assedii ostinati piacciono alle donne belle, come, se si leggono bene le storie, dovevano piacere alle antiche citt

Rimasi sola col mio corruccio fin verso l'ora del pranzo. Non vedendomi comparire, venne a cercarmi la Costanza, una vecchia guardarobiera, che da trent'anni vive in casa nostra. Non è donna di molto sapere, ma è fedele come un vecchio cane. Da piccini la chiamavamo la Trottola, per la sua maniera di camminare traballante, a onde. Divenuti grandi, nessuno di noi si occupò più di lei, che continua a rimanere in casa come un vecchio mobile che serve sempre a qualche cosa. Io preferisco essere servita da Julie, una svizzera tedesca che parla un cattivo francese. Costanza, via via che invecchia seguita a rintanarsi nella guardaroba, fra i cesti e i mucchi della biancheria, contenta che la sopportino, e riconoscente, di quel pane, di quel letto, di quel tetto che essa ottiene dalla carit

Chi si contenta perchè mai di pianto Fe' spargere una stilla e tutto ha sciolto Verso il fratello il debito In fredda pace dormir

Maria era sempre più contenta d'aver invitata l'Angiolina, perchè colla sua operosit

e quïetata ciascuna in suo loco, la testa e ’l collo d’un’aguglia vidi rappresentare a quel distinto foco. Quei che dipinge , non ha chi ’l guidi; ma esso guida, e da lui si rammenta quella virtù ch’è forma per li nidi. L’altra bëatitudo, che contenta pareva prima d’ingigliarsi a l’emme, con poco moto seguitò la ’mprenta.

Non far di queste smorfie.... Non andiamo verso casa, forse? guarda che la gente non s'accorga. Non parlare, rasciuga gli occhi. E lei m'aspetta.... non è vero?... Ma sicuro, non te l'ho detto cento volte? Oh! se non era lei che mi domandava.... , , vien pure con me, sarai contenta poi....

E vuoi andartene ancora, e lasciarmi sola? domandò Emma, guardandola con gli occhi annebbiati. Non so, mamma; non interrogarmi, non turbarmi, oggi. Oggi io sono così contenta, perchè egli mi ama ancora; e non bisogna turbare chi è contento dopo un lungo dolore. Ma come, dunque, insistette Emma, se ti ama tanto non è venuto più qui? O mamma, cara, tu lo sai.

Ma il nostro Aminta era il 151; non rispose che un «bene, grazie», come avrebbe fatto ogni semplice mortale, alla domanda di ogni semplice dama, e sessagenaria per giunta. Ha bisogno di nulla? domandò ancora la bella infermiera. , signora; osò dire Aminta. Di una notizia. Ah, bene! Mi dica; rispose ella, contenta di potergli esser utile in qualche cosa. Vorrei sapere... ripigliò Aminta.