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O milizia del ciel cu’ io contemplo, adora per color che sono in terra tutti svïati dietro al malo essemplo! Gi

Cominciava ad annottare, e si affacciò ad una finestra, ove contemplò con interesse la vista imponente di quei luoghi meravigliosi, udendo il sordo e lontano mormorio del mare, ed abbandonandosi così all'entusiasmo di quella scena affatto nuova per lei.

O anime gentili e mestissime, io contemplo i fiorellini strisciati dall'ultimo raggio di sole. E perchè di quei fiorellini io colgo e bacio l'appassito? Sestri Ponente. Aspetteremo una notte senza luna e senza stelle, a mare cupo, a pace di cimitero.

Signora Beatrice, tostochè la vide Marzio disse amaramente, ecco i doni che vi manda vostro padre; e levata la lanterna contemplò quella angelica sembianza insanguinata. Compresse un ruggito di sdegno, e quanto seppe meglio amorevole soggiunse: venite qua permettete che vi lavi il volto ... vi faccio male? Intanto le andava astergendo le ferite, le medicava con la terra sigillata, e gliele fasciava. Ahi! Dio, di tratto in tratto ripeteva, vedi tu queste empiet

La Madre di Cristo contemplò dall'alto dei cieli cotesto amplesso, e si compiacque essere donna. Certo, non occhi umani celesti avevano veduto da secoli un tanto prodigio di carit

Poi si rilevò di un salto, e corse alla duchessa la quale, la testa cacciata fra i cuscini del divano, piangeva. Il duca la guardò, la contemplò. Quell'attitudine di annientamento cangiò il diapason della sua voce ed il filo delle sue idee disperse forse i suoi sospetti. Borbottò dunque di una voce sorda: Ma l'

Marianna s'avanzò lentamente, quasi riguardosa verso la morta; la contemplò un istante con uno sguardo di espressione difficile a definirsi, ma non certo di dolore; e poi disse freddamente: Ha terminato di patire... Gi

Intanto Erminia calmatasi dalla sua alterazione cerebrale erasi abbandonata ad un sonno benefico. Sua madre contemplò per un istante quel volto leggiadro su cui stava visibilmente impressa l'impronta del dolore, indi scese da pap

Giuliano contemplò a lungo la pietra del suo anello, un occhio di gatto cinto da nitidissimi brillantini. La Duchessa pareva contare i punti del suo lavoro in lana, ma il cuore, presago, le batteva, e le sue labbra fino sussurravano qualche cosa all'indirizzo di Nossgnôr! Giuliano accese la sigaretta e disse placidamente: Dov'è?... La Duchessa attonita alzò gli occhi. Cosa?

Spalancò la finestra, si avvide d'aver rovesciato il calamaio sopra la scrivania di suo marito e contemplò il guasto, il disordine con occhio asciutto; una grande idea, fulgida come il raggio del sole che entrava dalla finestra, le aveva illuminato la mente.