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Dunque costui che tutto quanto rape l'altro universo seco, corrisponde al cerchio che piu` ama e che piu` sape: per che, se tu a la virtu` circonde la tua misura, non a la parvenza de le sustanze che t'appaion tonde, tu vederai mirabil consequenza di maggio a piu` e di minore a meno, in ciascun cielo, a sua intelligenza>>.

è vera la conseguenza che questo, che pare in contrario, confermi la sua opinione, parendoli che fusse conosciuta in parte la veritá; ché la consequenza è in contrario: che, avendosi imaginato conoscerla, accortosi dell'errore, la revocò.

Dunque costui che tutto quanto rape l’altro universo seco, corrisponde al cerchio che più ama e che più sape: per che, se tu a la virtù circonde la tua misura, non a la parvenza de le sustanze che t’appaion tonde, tu vederai mirabil consequenza di maggio a più e di minore a meno, in ciascun cielo, a süa intelligenza».

Dunque costui che tutto quanto rape l'altro universo seco, corrisponde al cerchio che piu` ama e che piu` sape: per che, se tu a la virtu` circonde la tua misura, non a la parvenza de le sustanze che t'appaion tonde, tu vederai mirabil consequenza di maggio a piu` e di minore a meno, in ciascun cielo, a sua intelligenza>>.

Dunque costui che tutto quanto rape l’altro universo seco, corrisponde al cerchio che più ama e che più sape: per che, se tu a la virtù circonde la tua misura, non a la parvenza de le sustanze che t’appaion tonde, tu vederai mirabil consequenza di maggio a più e di minore a meno, in ciascun cielo, a süa intelligenza».

E che sia una falsa apparenza il crescer la moneta forastiera per fare abbondare il Regno, o permettere che corra per moneta valutando la manifattura di zecca, anzi che operi il contrario e faccia danno alle ragioni del prencipe, e possa essere occasione o, per dir meglio, causa di danno de' sudditi e, in consequenza, universale, e disconvenga per ogni ragione, sará chiaro facilmente.

E, benché l'ignoranza sia causa e principio d'ogni male, e quanto piú vi concorra malizia tanto maggior possa dirsi ignoranza, ché per questa ragione par che gli effetti causati da quella non possano producere cosa di buono: con tutto ciò, se in ogni altro fusse vero, non è nell'effetto della maraviglia, della quale con veritá s'afferma che abbia di continuo causato e causi in noi grandissimo bene; poiché, eccitando quello innato a tutti desiderio di sapere, scoprendo all'intelletto il velo col quale lo tiene legato l'ignoranza, fa diventare la mente indagatrice delle cause per le quali discorrendo viene a conoscere perfettamente donde e come possano procedere gli effetti delle cause; dal qual modo ebbe principio la filosofia, e in consequenza la veritá che si conosce per quella.

E in Regno non vi è altra speranza. E se si dicesse: Se questo fusse vero, segueria consequenza che li prencipi dovriano togliere l'occasione di far negoziare forastieri ne' Stati loro, il contrario del quale parrá che abbia detto nella prima parte, avendo posto per uno degli accidenti communi, che può fare abbondare li regni d'oro e argento, il trafico, e che in Venezia sia questo accidente benissimo e sia una delle cause dell'abbondanza, quale trafico sia causa della quantitá de' negozi; dunque questo, che si è detto di sopra, contradice a quello: rispondo che, considerato bene e inteso quel che ho detto nella prima parte, non solo non contradice a questo che dico, ma conferma il medesimo; mentre intanto ho detto che il trafico grande sia causa de l'abbondanza, in quanto nel luoco dove è, e a rispetto delle robbe d'altri paesi per altri paesi, e cosí de' negozi, e non per esso solo, che fa il contrario effetto; e nel medesimo loco si è provato il trafico in Regno non posser essere se non a rispetto di se medesimo: quale è causa di penuria e non d'abbondanza, avendo rispetto a esso; e, dove è causa d'abbondanza, è a rispetto d'altri luochi, come in Venezia.

E, per prova che non sia vera, si dice che in nissun conto può seguire consequenza necessaria: «il cambio è basso in questo tempo e il Regno abbonda di denari, dunque l'abbondanza di denari è causata dal cambio basso; e cosí all'incontro nell'altro tempo il cambio è alto e nel Regno vi è penuria di moneta, dunque l'altezza del cambio è causa della penuria». Poiché, per seguitare questa consequenzia, bisognaria prima provare che il solo cambio fusse causa della abbondanza o penuria di moneta, secondo l'altezza o bassezza, e non ve ne fusse altra; perché, essendovi altra causa, l'effetto potria dependere dall'altra e non dal cambio.