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A Parigi, nelle Edizioni della Plume, apparve precisamente il mio primo poema epico: La Conquête des Etoiles, enorme visione oceanica in cui si svolge una lotta fantastica fra le onde in tempesta e le irraggiungibili stelle. Questo poema, di un simbolismo idealistico trascendentale, non ha assolutamente nessun dettaglio erotico o sentimentale.

Certo costoro non sanno che il mio primo poema epico: La Conquête des Etoiles, pubblicato nel 1902, recava nella prima pagina, a guisa di epigrafe, questi tre versi di Dante: «O insensata cura dei mortali, Quanto son difettivi sillogismi Quei che ti fanno in basso batter l'ali

Lorsque son nom, retenait parmi ces messieurs et ces dames, les plus étranges histoires circulaient; chacun donnait des reinseignements opposés et étonnants. Elle avait fait la conquête du viceroi d'Egypte, elle regnait au fond d'un palais.... Pas du tout! Elle s'était ruinée avec un grand Nègre, une sale passion qui la laissait sans une chemise.

Sarò stasera al ballo del Prefetto, diceva Le journal d'une femme, del Feuillet, mandato da Lalla a Giacomo. Non so se vi potrò venire, rispose la Conquête de Plassans, rimandata dal marchese alla duchessina. Il Vharè, certo, non voleva mancare alla festa, ma rispose così per mostrarsi in collera.

Ora l'opera letteraria di lui, in sintesi, è questa (non so quale sia la sua vita e non posso giurare che corrisponda all'opera): egli è un odiatore delle donne peccato, perchè è un bel giovane un misogino. Se scrive la Conquête des Etoiles, imbevuto, in quel momento, di pessimismo leopardiano, immagina l'assalto delle onde contro le stelle, l'ira delle onde per non poter raggiungere il cielo, quasi a simboleggiare la suprema aspirazione degli uomini verso l'irraggiungibile infinito. E le donne non compariscono. Se scrive Destruction, forse potr