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A questi patti, signor duca, noi dovremmo in quella vece fare un brindisi al servo di casa Salvani. È il buon Michele che s'è messo a sbaraglio per noi, che è penetrato sotto mentite spoglie nella piazza nemica, ha inchiodati i cannoni che traevano a scaglia su noi, e finalmente ci ha schiuse le porte. Modesto al pari dei veri eroi, egli ha compiuta senza sussiego la più grave bisogna. Chi ha fatto entrare una parola di conforto in monastero? Chi ha origliato i disegni dei tristi, dando per tal guisa il bandolo a voi, e il modo di sgominarli? Chi finalmente ha posto le mani... Ma che dirò io di più? soggiunse, con bella e soprattutto accorta reticenza, il Giuliani. Questi è Michele Garaventa, un povero servitore, che, fatta un'impresa degna d'Ulisse, o d'altro eroe dell'antichit

Mille mercè, monsignore. Resterò tanto che possa far riverenza alla duchessa, e togliere conforto di cibo. Indi muoverò per Gerstungen, dove il re mi attende impaziente di vostra risposta. Il vostro piacere sar

Tale era l'umile preghiera della voce, che Cesare non ardì spingere oltre la sua vendetta. Appunto, si affrettò a dire. Non l'ho mai vista meglio: ha un colorito splendido. Roberta mandò un sospiro di conforto, e Cesare si limitò a pensare: «Con una parola potrei forse ucciderti

Tristo conforto una crudele necessit

67 Suggiunse a queste altre parole molte, piene d'amor, di fede e di conforto, da ritornarlo in vita mille volte, se stato mille volte fosse morto.

Null’altra via, niun altro conforto Mi resta piú che morte alle mie doglie: D

Ma, infine, dovrò io vivere a questo modo? Sarò io incatenato, come Prometeo, alla rupe dell'esistenza, col rostro dell'avvoltoio nel cuore, e senza il conforto di tornar utile in alcuna maniera ad anima nata? Quella mattina, un poco di calma gli era pur derivato, non sapremmo se più dalla istessa vicinanza della catastrofe, o dal pensiero di aver provveduto, come si poteva meglio, al futuro.

23 Se de l'animo è tal la nobiltate, qual fuor, signor (diss'ella), il viso mostra; se la cortesia dentro e la bontade ben corrisponde alla presenza vostra, qualche conforto, qualche aiuto date al miglior cavallier de l'et

Della qual partenza Dante in tanto dolore, in tanta afflizione, in tante lagrime rimase, che molti de' suoi piú congiunti e parenti ed amici niuna fine a quelle credettero altra che solamente la morte; e questa estimarono dover essere in brieve, vedendo lui a niun conforto, a niuna consolazione pórtagli dare orecchie.

Oh com'io vi compiango, caro signore! rispose l'altro allora facendosi forza. Ma io non so darvi nessun conforto.... Solo vi prego a sopportar la sventura con rassegnazione.... Oh, per carit