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Il maestro comunale, Diodato Ciuffetti, rimuginando l'alfabeto, pascolo abituale dei giovanissimi idioti ai quali impartiva la luce dell'anima, ebbe un'idea originale, un concetto felice e straordinario.

³⁰⁶ Villabianca, Diario ined., a. 1787, p 142. ³⁰⁷ Un Vincenzo Pisanti nell’agosto del 1797 pregava il Pretore che volesse liberarlo dal carcere, dove l’aria era puzzolente e fetida. Penes Acta: Memoriali del 1797 nello Archivio Comunale di Palermo.

Il povero duca, che fra gli amici parlava spedito, che nel Consiglio Comunale godeva fama di eloquente, quando si metteva a far la corte alle signore si confondeva, ciangottava fra i checchechè e i chicchichì, e invece di un sorriso di aggradimento, otteneva una risatina di buon umore.

Fra le varie ditte aspiranti all'appalto del dazio comunale c'era anche una Societ

Prima che lo menassero io gli presi una delle sue mani legate e gliela strinsi senza ripugnanza per l'atto di cui s'era macchiata. Coraggio, gli dissi, i vostri amici si ricorderanno di voi. Egli mi fe' un sorriso ebete e chinò il capo. Lo trassero alla casa comunale, dove fu per il momento rinchiuso. Un messo venne ad annunziare al brigadiere l'arrivo del procuratore del re.

Usciti dal palazzo comunale venivano a due a due, molto gravi nell’aspetto gli operai di S. Jacopo e di S. Zeno; il sindaco del Comune e della grascia; i dodici anziani, e ultimo il gonfaloniere di giustizia co’ suoi ufficiali e co’ suoi militi, e vari donzelli che portavan le insegne.

Quand'ecco la porta dell'uffizio comunale si aperse; il cursore comparve col berretto di gala in testa e la guardia forestale gli tenne dietro, curva nella sua divisa grigia dagli orli verdi.

³⁶⁷ Diario ined., a. 1795, pp. 164-90. Vedi pure un volume miscellaneo di mss. e stampe pro e contro Vella, XLVI, F 53 e XLVI, G 87 della Biblioteca Comunale di Palermo.

Il retrobottega della drogheria, messo come un salottino, dava con una finestra su un vicolo contiguo agli uffici della Pretura, e il vicolo era così stretto, che il nobile de' Barigini poteva dalla finestra della cancelleria contare i gomitoli nella cesta di lavoro della simpatica signora Cecilia, moglie al signor Baldassare Maliardi, consigliere comunale e sindaco della banca popolare di Terzane.

Qualche Consiglio comunale fu sciolto in sulle prime; e questa parve soddisfazione accordata a coloro che avevano protestato in tutti i modi e che avevano reclamato l'opera risanatrice di un regio commissario.