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.... Tanti uomini che commettevano pazzie, che si rovinavano per donnacce.... per femmine fruste da caffè chantant, per certi fondi di quinta!... Dov'erano questi uomini? E tornando a fissare i gioielli scintillanti, si sentiva presa da una rabbia cieca, da un gran dolore, da una gran voglia di piangere... e pianse. Era sfortunata... troppo sfortunata!

Una donna di questa setta, Marcellina, venne a Roma, verso il 160, e vi fece molti proseliti col sudore del proprio corpo! Dopo i festini si commettevano le infamie carnali, quando, le grazie dette, il sacerdote massimo diceva: «Lungi da noi la luce ed i profaniAllora si spegnevano le fiaccole, e quello che avveniva nelle tenebre, senza distinzione di sesso, di et

mentre intorno a lei si commerciavano gli affetti e si commettevano le più ignobili vigliaccherie. Non credo che una donna possa sopravvivere al suo stesso dolore e alle sue umiliazioni: non credo che possa ancora conservare intatto il tesoro de' suoi affetti e possa compensare un uomo di averla amata bene una volta....

Ciò poi che faceva a tutto suo vantaggio piegare la bilancia di confronto co' due suoi accennati predecessori, si era la castigatezza esemplare de' suoi costumi, per cui non solo rispettava egli stesso, ma costringeva gli altri tutti ad avere scrupoloso riguardo alle donne ed alle fanciulle altrui, nessuna colpa severamente multando quanto quelle che in cose di tal fatta si commettevano.

I sennaresi, visto che i nemici non erano più in grado di rispondere, erano saltati fuori dai nascondigli e bersagliavano con una precisione terribile tutti quelli che commettevano l'imprudenza di mostrarsi.

I servi, allorchè nella notte faceva bisogno per alcuna faccenda passarvi vicino, commettevano alla sorte la scelta di quello che doveva andare; questi apprendeva mai il suo nome senza impallidire; e sebbene si raccomandasse al suo Santo protettore, e si munisse col segno santissimo della fede, pur tuttavia s'incamminava sempre tutto pauroso, senza volgere la testa, a passi accelerati, mormorando un esorcismo.

I monatti, infermieri incaricati di portare gli infetti agli spedali, erano un nuovo flagello: ed entrando nelle case vi commettevano le più laide cattiverie, rubando, svergognando sugli occhi dei padroni, e minacciando chi fiatasse di trascinarlo ai lazzaretti.

Avevo sentito ancor io, anzi prima di lei. Di laggiù commettevano a tutti gli echi, a tutti i punti cardinali, i nomi di Adriana e di Rinaldo. Riconoscevo la voce delle giovani Berti, di Terenzio Spazzòli, di Enrico Dal Ciotto, uno dei satelliti; il che mi lasciava supporre che ci fossero anche gli altri due. Ma il guaio più grosso, e che mi metteva le ali alle calcagna, era quello di aver riconosciuta fra l'altre la voce della signorina Wilson. Fortunatamente la comitiva si era fermata al punto dove noi eravamo stati a sedere, e di l

D. Placido rappresentava la sua messa e raccontava queste cianche intime al popolo nella sua chiesa del Gesù Vecchio, due ore prima dell'alba. La chiesa, rischiarata solamente da sei piccole candele sull'altare era suffusa nelle tenebre, e si commettevano più turpitudini che i primi cristiani non ne attribuirono mai ai pagani.

Viva Antonio Casanova e l'abolizione della moneta! Viva l'equilibrio sociale! E cantando una gaia ballata, l'auriga fece risalire la volante, che andò a smarrirsi nelle brume vespertine. Il tumulto cresceva nell'agro. Ai ribelli si aggiungevano i curiosi; pochi atti di violenza si commettevano, ma lo strepito saliva alle stelle.