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SIMBOLO. Non era in chiesa, ché non era ancor venuta; ed io, per avanzar tempo per gli altri negozi, non l'aspettai. DON IGNAZIO. Perché non lasciasti tutti gli altri per aspettar lei? SIMBOLO. Che sapeva io che desiavate ciò? Se potesse indovinar il vostro cuore, sareste servito prima che me lo comandaste; e se a voi non rincrescerá comandarmi, a me non rincrescerá servirvi.

CINTIA. Alzatevi, vi dico, e se dite che voi sète servo, ubidite alla vostra padrona: il castigo e la penitenza sará che se non conoscendomi non mi avete amata, or che mi conoscete debbiate amarmi come io amo voi. ERASTO. Che io non debba amarvi? e comandarmi voi il contrario, come potrei ubbidirvi?

La Ginevra tacque un momento, poi disse: Ora, siccome io non avrò più a vedere Manfredo prima che si rechi colle soldatesche a Como, che a tutt'altro ora son volti i suoi pensieri, e fa bene, così, caro Elia, vi ho a pregare di una cosa. Dite pure, io farò punto per punto quel che sarete per comandarmi.

Emilio mise mano al portabiglietti e fece scivolare nella destra di Battista un fogliolino da cinque lire. Signore! soggiunse Battista con calore. Se mai avesse bisogno di me, non ha che da comandarmi. Va bene, va bene... Chi sa?... Forse più presto di quel che credete.

Passava intanto in quei lavori, non solamente tutto il novembre, ma il dicembre; con tale rovina della fiducia di tutti, e con tale esaurimento di mezzi da comandarmi imperiosamente l'azione. La risolsi pel finir di gennajo e sollecitai perchè verso quel tempo s'operasse in Lione.

Il figlio di Bernabò era di que' caratteri impazienti che non sanno sopportare indugio di sorta, e siccome gli era venuto in mente un pensiero, non pativa d'averlo a tener chiuso in fino alla prim'alba. Il Bronzino, alzato che si fu: «Che cosa avete a comandarmi a quest'ora

Ero dunque venuta qui presso, nella camera accanto, per chiedere se aveva nulla a comandarmi. La signora stava sdraiata sul lettuccio, ma non ci badai, perchè la c'è tutte le sere e non parla mai, anche quando ci son io a tenerle un po' di compagnia.

Sarei fortunato in qualunque circostanza di potervi valere, e non avete che a comandarmi». Vostro G. Garibaldi Alla sera di quel giorno la brigata con Garibaldi entrava in Gavardo fra le acclamazioni della popolazione. La mattina del 18 all'alba Bixio, come all'ordine avuto, occupava Salò. La mattina del 20 la brigata col generale a capo si metteva in marcia.

«Andai verso il tocco (proseguiva lo scrivente) dalla nota persona, cioè quando mi fui accertato che era sola in casa, e domandai di parlarle, perchè avevo da consegnarle un libro. La cameriera mi disse che la signora non riceveva. Io allora diedi il libro, accennando che venivo da accompagnare V. S. e che desideravo anche di portarle i suoi saluti, insieme con una sua lettera, per una certa commissione, che non sapevo qual fosse, ma che credevo importantissima, per il modo con cui mi era stata raccomandata da lei la massima sollecitudine. Con questo mezzo, dopo due andate e ritorni della cameriera, potei essere ammesso alla presenza della signora; anzi fu lei stessa che si degnò di venire in anticamera. Consegnai la lettera, ed ella, dopo aver data una scorsa allo scritto, mi disse: Grazie; sta bene. Domandai se avesse niente da comandarmi, e mi rispose di no. Mi arrischiai a dirle (scusi se in questo ho arbitrato da me) che avrei trovato il modo di far giungere a V. S. lettere, carte ed altro che mi fosse consegnato; ma ella non mostrò di gradire l'offerta. Avrò fatto male, e gliene chiedo scusa, signor padrone; ma la mia intenzione era di far bene per il suo servizio. Ora, se debbo dirle tutto quello che penso, mi pare che la sua condanna al confine abbia raffreddato molte persone, di quelle che V. S. credeva più amiche, o con le quali andava più spesso. Il conte Nerazzi, per esempio, il marchese Landi, quando ho dato loro un cenno del suo viaggio, mi hanno risposto con un semplice monosillabo. Sar

MARTEBELLONIO. Mi porrai con lei da solo a solo? LECCARDO. Questa notte. MARTEBELLONIO. Or che puoi comandarmi: sono assai amico delle preste risoluzioni, e per tal cagione nelle guerre ho conseguito grandissime vittorie. Ma venghiamo all'ora piú commoda a lei. LECCARDO. Quando dorme la vicinanza, alle due ore, la farò venir in questa casa terrena e vi sollazzarete con lei tutta la notte.