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Quest’esempio induceva un certo Gentile a tenere, sotto il Vicerè Fogliani, una clamorosa festa, molto lodata e molto biasimata. «Se le fanno i nobili le feste, avr

Accecati dalle prime ebbrezze della colpa non s'accorgevano però d'un pericolo che stava sospeso sulle loro teste come la spada di Damocle: donna Maricchia. La cameriera era entrata in sospetto, e li spiava dalla mattina alla sera, verde come l'aglio, tanta era la rabbia che se la mangiava dentro. Non le importava tanto del cavaliere che s'era fatto gioco di lei, s'arrovellava maledettamente per la gioia clamorosa del cuciniere, al quale, in un momento di vanit

Intanto Emilia pensava al modo di ritirarsi nella sua antica stanza senza esser veduta, per paura d'incontrare tardi o Montoni o qualcuno della sua compagnia. L'allegria che regnava nel castello era allora talmente clamorosa, che Ugo batteva alla porta senza poter farsi intendere dalla servitù. Questa circostanza aumentò i timori di Emilia, e le lasciò il tempo di riflettere.

E non parliamo della poesia! vera, assidua, clamorosa réclame dei fiori. La rosa avr

«Oh! ancora qui, voi signor chirurgo? sclamava, con clamorosa piacevolezza, l'uffiziale visto da don Marco venire incontro a lui a al suo scolaro: ieri sera mi coglieste a quel convento del diavolo, che non ho potuto bruciare del tutto; adesso mi trovate qui alla retroguardia: pazienza!

Era impossibile mancare al pranzo, dar quella clamorosa conferma alle voci delle quali il Candriani s'era fatto eco. Bisognava partire all'alba; ormai non si trattava più che di poche ore, dell'ultimo sacrifizio.

Una risata clamorosa accolse la dichiarazione di Paolino Berlendi, il quale, senza badarvi, continuò: Certo, non nego che ci possano essere delle donne in Patagonia, ma non vengono a Venezia! E che c'entra l'Orenoco e che c'entra il mare dei Caraibi?... Alcuni giovanotti alle spalle di Paolino approvarono ridendo. La colpa è della tua inesattezza! rispose il Martellieri.

Verso mezzanotte andai a un veglione, in un teatro di mezzana grandezza, sul Coso, a poca distanza dalla piazza della Costituzione. Le maschere eran poche e meschinuccie; ma v'era per compenso una folla fittissima, della quale un buon terzo ballavano furiosamente. Fuor che dalla lingua, non mi sarei accorto di assistere ad un veglione d'un teatro di Spagna, piuttosto che a un veglione d'un teatro d'Italia; mi pareva di veder persino le stesse faccie. Poi il solito tramenío, la solita licenza di parole e di mosse, il solito degenerare dal ballo in una ridda clamorosa e sfrenata. Delle cento coppie di ballerini che mi passarono dinanzi, una sola mi rimase impressa nella memoria: un giovanotto d'una ventina d'anni, alto, snello, bianco, con due grand'occhi neri; e una ragazza della stessa et