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Tanto allor di temenza accoglie in seno Di Licia il campo, e fuggir desira, Ch'ei turba d'ogn'intorno, onde non meno Il campo de' Cilici a fuggir tira. Vede il tumulto, odene i gridi Ebreno, E contra lor solo AMEDEO rimira; Però s'innaspra, e di mortal disdegno Con volto irato e con gridar fa segno.

Eran piú le discipline ch'ella si dava e i cilici ch'ella portava che non è quanto bene l'altre fanno oggi: limosiniera per la vita; e, se non fusse stato per amor di voi, non capitava frate prete povarello a quello uscio che non ricettasse e non gli desse ciò ch'ella aveva. VIRGINIO. Coteste eran buone parti.

Tu, se riponi entro i Cilici il piede, Trova la bella donna, al cui bel foco Con fatta possanza Amor mi diede, Ch'ardere tormentando ebbi per gioco; Dille, ch'io mi morii, ma che mia fede Meco se ne verr

Alceste contra il re la spada strinse fra mille ch'in suo aiuto s'eran tratti, e mal grado lor tutti, ivi l'estinse; e quel ancor gli Armeni ebbe disfatti, con l'aiuto de' Cilici e de' Traci che pagava egli, e d'altri suoi seguaci. 36 Seguitò la vittoria, ed a sue spese, senza dispendio alcun del padre mio, ne rendé tutto il regno in men d'un mese.

«Nel XV Amedeo perseguitando i Turchi che s'imbarcavano, è per annegarsi in mare; Santo Maurizio il libera dal pericoloQuest'è l'argomento postovi dall'Autore. Nella st. 15 l'ediz. prima legge: Tu se riponi entro Cilici il piede; Ma l'ediz. 2.ª ci da una miglior lezione, o almeno più chiara: Tu, se riponi entro i Cilici il piede. Vuol dire nella Cilicia.

Indi lunge fuggia Rossan non molto, Che fra' Cilici, ove facea soggiorno, Sempre di duo begli occhi, e d'un bel volto, Servo d'Amore, ebbe la fiamma intorno. E quì tra l'armi in bianca seta involto D'oro fiammeggia, e di begli ostri adorno, E pur pomposo d'apparir s'ingegna, come a' suoi seguaci Amore insegna.

Con gli altri cavallier si messe in corte del padre mio, dove in gran fama crebbe. L'alto valore e le più d'una sorte prodezze che mostrò, lungo sarebbe a raccontarti, e il suo merto infinito, quando egli avesse a più grato uom servito. 18 Panfilia e Caria e il regno de' Cilici per opra di costui mio padre vinse; che l'esercito mai contra i nimici, se non quanto volea costui, non spinse.

Stelle senza numero avevano brillato nel cerchio della mia anima infinita; i peccati gloriosi erano stati miei, mia la bellezza d’ogni cosa fuggente, le ghirlande lievi che si colgon dai giardini terrestri, mia l’esclusione di tutti i cilici e mia, con lo splendore d’una gemma, la serena, dolce, inafferrabile vita che passa... Ora entravo nel buio dolore di Cristo.

Si chiedeva allo Zodïaco L'avvenir delle persone; I romiti fabbricavano Le medaglie e le corone; E diceano i benefíci Dei flagelli e dei cilici. Come noi si va in America, Lor si andava in Palestina; Qual tesor ne riportavano Una scheggia peregrina Della croce di Gesù.... chiedevano di più! Oh!... I corteggi all'Evo Medio Nei trionfi e nelle feste!

Da qual lato pur penda la bilancia De' meriti maggiori e de' delitti, Gode la fantasìa quando si slancia Fra monumenti o per magìa di scritti In mezzo a quelle stirpi use alla lancia, Alle preghiere, ai mistici conflitti, Ai romeaggi, ai ruvidi cilìci, A tutta l'energìa de' sacrifici.