United States or Zimbabwe ? Vote for the TOP Country of the Week !


m'odi: li astri de 'l ciel com'aurei pomi tremano in tra le foglie a' melograni; io son ebra e languisco, Eleabani, come la damma a 'l colle de li aromi. Come al vento tra le árbori la damma, io trasalgo e sobbalzo ai romor vani. Ad ora ad ora, in ciel vedo una fiamma. Non tu sei che lampeggi, Eleabani? Ed egli, avendo ereditato il Verbo, amò, come Gesù, peregrinare.

Ma nol farai; vuole il Monarca eterno Contra loro agitar l'onde marine; E poi ch'ad onta del dannato inferno Rodi de' rischi suoi rimira il fine, L'armi, ch'avesti tu dal Ciel superno Io porterolle a le magion divine, E l

Vedi come da indi si dirama l’oblico cerchio che i pianeti porta, per sodisfare al mondo che li chiama. Che se la strada lor non fosse torta, molta virtù nel ciel sarebbe in vano, e quasi ogne potenza qua giù morta; e se dal dritto più o men lontano fosse ’l partire, assai sarebbe manco e giù e de l’ordine mondano.

Or ti riman, lettor, sovra ’l tuo banco, dietro pensando a ciò che si preliba, s’esser vuoi lieto assai prima che stanco. Messo t’ho innanzi: omai per te ti ciba; ché a torce tutta la mia cura quella materia ond’ io son fatto scriba. Lo ministro maggior de la natura, che del valor del ciel lo mondo imprenta e col suo lume il tempo ne misura,

ormai, sgorgar da chiara tazza agli avidi aperti labbri, all’arse fauci, ai vivi moti del cuore, in schietti sorsi, in rivi di freschezza, in rigurgiti soavi!... Sol ritrova sua vita e sua fortuna se, cinta d’astri come d’una rete di gemme, il volto pallido per sete specchi entro il pozzo, alta nel ciel, la luna.

Prisma novello, col pensiero, i mille Raggi dell'universo in raccogliere E mutarli in cadenze e in armonie; Poi fra le genti seminar scintille, Fatali incendi suscitando intorno, Turbando il cranio alle persone pie... O illudendole un giorno! Esser pöeti è salir sovra un monte, Di notte, quando il ciel di stelle è fulgido, E, in estasi, esclamar: "Credo! V'è un Dio!"

Questa è battaglia sacra, oggi n'aspetta Gloria nel ciel, se non vittoria in terra. Per questi detti infra Cristian s'alletta Novello ardire e s'inaspria la guerra; Ma d'altra parte divenendo atroce, Più che non suol, Giassarte alza la voce: LVIII

Ovver, se presto a morte non mi mena Tanta miseria, crescerò doglioso, Me coll'afflitta madre amando appena. Ed ella pur mi dice che odïoso Il povero alla terra e al ciel rimane, Quando alle brame sue non d

dice, e passa il varco, onde si serra Quell'orto a gli occhi de' mortali ascoso, Quell'orto, che per l'onda e per la terra, E per l'aure del ciel sempre è gioioso; Vedeasi fiume che trascorre ed erra Qual puro elettro per lo campo erboso, Creare uscendo dal giardin giocondo I quattro fiumi celebrati al mondo.

A mente che osa Aiutata dall'oro e dal potere Natura cede. E nelle calde sere Perfino il puro ciel complice anch'esso Parea s'inebbriasse, a lei sommesso Con le infinite stelle. Ed ella in alto Guardava meditando un qualche assalto Per convertire coi desiri occulti Il firmamento ad infernali culti. Lo spirto suo è astuto, ardito e pazzo.