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Anima bella, che dal Padre eterno pura fosti creata e immortale, e ingombra di velo oscuro e frale, pur di fuor mostri il tuo valor interno: dal ciel scendesti in questo vivo inferno, u' n'aggrava il terren peso mortale, per innalzarne dibattendo l'ale al sommo bello, e sommo ben superno. Tu di casti pensier, d'onesta voglia ingombri l'alma a chi tuo esempio mira, e le fai vaghe del verace amore.

Comprimario corre dietro a Tenore. Luogo solitario. Nel mezzo della scena un sasso di legno. A sinistra una grotta. Tenore solo. Oh ciel! quale splender sinistro Di faci? Ho ben inteso?... A me sul vento Un eco giunge di feral lamento.... Sancte Michael Sancte Gabriel Sancte Andrea Intercedite pro ea!

Che fai? Che pensi? A che pur dietro guardi Nel tempo, che tornar non puote omai, Anima sconsolata!.... Cerchiamo il ciel, se qui nulla ne piace.

La` su` non eran mossi i pie` nostri anco, quand'io conobbi quella ripa intorno che dritto di salita aveva manco, esser di marmo candido e addorno d'intagli si`, che non pur Policleto, ma la natura li` avrebbe scorno. L'angel che venne in terra col decreto de la molt'anni lagrimata pace, ch'aperse il ciel del suo lungo divieto,

Ma noi fuggiamo, e femminil spavento N'empie le vene, e tutto il cor n'agghiaccia; Or dove dileguò nostro ardimento? Non abbiam spirto in sen? non abbiam braccia? Mira la forza de l'orribil vento, Ch'al nemico crudel percote in faccia, È soccorso del ciel; stringiam la spada, Ed apriamo a vittoria omai la strada.

Tal parla Iddio, mentre a la pia fanciulla, Fra il disinganno incerta e la paura L'anima balza, e si scompiglia il senno. Tutta a un punto scomposta il volto e 'l crine Rompe in subite risa; il lembo estremo De le candide vesti in su la bella Testa rivolge, e così a mezzo ignuda, Una strana canzon canterellando, Per la reggia del ciel sgambetta, e ride. Molte fiate tornò limpido e lieto Su la terra il mattin; molti su' fiori Versò brine dal grembo e rai dal crine La bellissima Aurora; e chiuso intanto Entro al mondo de' suoi splendidi sogni L'alto oceán Lucifero trapassa. Poi ch'a la rea citt

Erra a mancina Una garrula allodola: si stende Un vol di corvi a destra, che fan lunga Macchia nel ciel; l

Dietro un olivo Venere la bionda Sul berillo del ciel languida splende, Piove dall'alto una pace profonda, Il carbonar la sua catasta incende. Piove dall'alto una pace profonda, Un vel trapunto sul cielo si stende; Della cicala tra l'oscura fronda Solo il verso monotono s'intende. Tra un nugolo di polvere la greggia Si riduce all'ovile, i mandriani Scagliano sassi a un branco che indietreggia;

Quì tace. Oronte al cavaliere amico Con altiera sembianza a dir prendea: Giassarte, io nacqui in Misia, ove il Caìco L'onde rivolve, e fu mia patria Elea; Per genitori il Ciel diemmi Ulderico E la chiara belt

Dagli ornati scalini ecco s'appresta.. E sullo smalto di quel ciel felice Spicca il profilo della bruna testa. È un castello feudale in miniatura, Dall'abbandono sorto in nuovo aspetto; Sei secoli passaron sul suo tetto E or ridon bianche le vetuste mura.