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Ha l'anello, o cicala, il fusto, i bracci, le marre o patte, e il ceppo mi accontentò un ingegnere navale, aprendo il suo portafogli, come chi dicesse: ho i miei affari, non il tempo per chiacchierare. All'ancora maestra si dava il nome di ancora di salute: e c'è l'ancora di misericordia mi soggiunse un marinaio segnandosi di croce. Ma si calano colle gomene pregando Dio.

GERASTO. Se lo diceva a Santina mia moglie, che è una cicala, sarebbe andata cicalando per gli parenti, amici e vicini, e n'arebbe pieno Napoli in un'ora; e poi forse non essendo d'accordo, saressimo stati burlati da tutti. ESSANDRO. Quando dunque verran costoro? GERASTO. Quanto prima, e forse verran oggi che è giornata del procaccio. ESSANDRO. Oimè!

Dietro un olivo Venere la bionda Sul berillo del ciel languida splende, Piove dall'alto una pace profonda, Il carbonar la sua catasta incende. Piove dall'alto una pace profonda, Un vel trapunto sul cielo si stende; Della cicala tra l'oscura fronda Solo il verso monotono s'intende. Tra un nugolo di polvere la greggia Si riduce all'ovile, i mandriani Scagliano sassi a un branco che indietreggia;

Orsù; non ci abbiamo a guastare fra noi. Vadano ottocento ducati, oltre le grazie e i favori grandi, che puoi sperare da me... Farò ammannire le carra per portarmeli a casa. Fatta la festa si leva l'alloro. Don Francesco, diamo un taglio a queste novelle; aspettate a pascermi di rugiada quando vi apparirò davanti in sembianza di cicala. Dove ho da portare la ragazza?

20 Percuote il sole ardente il vicin colle; e del calor che si riflette a dietro, in modo l'aria e l'arena ne bolle, che saria troppo a far liquido il vetro. Stassi cheto ogni augello all'ombra molle: sol la cicala col noioso metro fra i densi rami del fronzuto stelo le valli e i monti assorda, e il mare e il cielo.

Il titolo di abate che va inseparabile dal nome del Meli; molte sue poesie, piene di facile e amabilmente stoica filosofia, hanno dato origine alla creazione del personaggio fantastico d'un poeta gaudente, sensuale, adulatore, parassita. Si diceva: Il poeta ha adombrato stesso nella Cicala da lui cantata: Cicaledda, tu t'assetti Supra un ramu la matina, Una pampina ti metti A la testa pri curtina, E dd

E nessuna leggenda? nessun racconto di paure, da rimettere in corpo qualcheduno di quei dolci brividi che la vista di una tinaia aveva fatti cessare? , qualche cosa, stuzzicando, aiutando, grattando il corpo alla cicala, si ottiene. Il vecchio ha inteso a dire d'un tempo che c'erano gli spiriti. Ma poi l'ala del fabbricato donde si sentivano i lamenti era stata atterrata, e gli spiriti, trovandosi all'aperto, col terreno dissodato e posto a vigna, erano scomparsi. Aveva anche sentito dire d'un viaggiatore, che era capitato di sera al convento, e gli avevano dato alloggio per la notte, non essendo a' quei tempi sicure le strade; cosa naturalissima in paese di confine. Il viaggiatore, non potendo chiuder occhio, era uscito dalla foresteria, passeggiando poi corridoi a lume di luna; trovato aperto un uscio che metteva su d'un terrazzo, era andato da quella parte a prendere il fresco; ma di l

"Poi corresti, fanciul, scalzo nel giallo Frumento a fare l'eco alla cicala, E a te dalla cascina ilare il gallo Rispondea starnazzando sulla scala. "Natura, al poverin sempre gentile, T'empiè di bacche le siepi e di more, ti rifiutò del lieto aprile Un bel raggio e d'un prato il più bel fiore.