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«Le troppe parole non mi piacciono, Attilio, mi garba lo star qui su due piedi a dar retta alle tue ciance.» «Vorrei prima, ammiraglio, darvi una buona notizia.» «Che notizia?» «Tale che vi dovr

Non ha Fiorenza tanti Lapi e Bindi quante fatte favole per anno in pergamo si gridan quinci e quindi: che le pecorelle, che non sanno, tornan del pasco pasciute di vento, e non le scusa non veder lo danno. Non disse Cristo al suo primo convento: ‘Andate, e predicate al mondo ciance’; ma diede lor verace fondamento;

Narrano anche che quello sparviero presentato all'omaggio, sorgesse dalle ortiche fra cui fu gettato, e apparisse cogli artigli di ferro e col becco di ferro, vecchio, lontano, lontanissimo, su un monte, ma ancora pronto a spiccare il volo. Queste ciance furono scritte dall'eremita di Malandaggio, un veggente che la sapeva assai lunga!

Questo signor lettore (sia detto con sua licenza, e con tutta la più gran venerazione che abbiamo, noi poveri venditori di ciance, per questa eletta classe di cittadini) non sa l'amore che sia; non argomenta come possa andare tentoni e saettare a casaccio, un fanciullo che ha sempre la benda sugli occhi. Ed è grande fortuna che sia così. La cecit

Non ha Fiorenza tanti Lapi e Bindi quante si` fatte favole per anno in pergamo si gridan quinci e quindi; si` che le pecorelle, che non sanno, tornan del pasco pasciute di vento, e non le scusa non veder lo danno. Non disse Cristo al suo primo convento: 'Andate, e predicate al mondo ciance'; ma diede lor verace fondamento;

Quanto al "giornale di Corsenna", checchè tu ne pensi, non si poteva tirare avanti; era vuoto di cose, ed io non potevo tesserlo tutto di ciance. Altro che articoli di fondo, come li vuoi chiamar tu, sognando ad occhi aperti. Vedo qualche volta, saluto, e da lontano, se posso: quando non posso da lontano, adempio gli obblighi di societ

Ho pensato una via e l'ho in parte giá messa ad effetto. A me par buona:... CRISAULO. Non mi indugiar. Dillo. ARTEMONA. ... perché veggiam che a noi sarebbe assai poter, per ora, solo avere audienza; e, se questo facciamo, il resto è nulla. E certo verria fatta, se dái ciance che la torresti tu, com'io feci oggi con la madre; e lo fei come da me.

Sicuro; ti ho stretta la mano e sono di buon umore; anzi, torno ragazzo. Anche il grave Cicerone amava tornarlo di tanto in tanto, e lo scrisse appunto nel suo libro De Senectute, te ne rammenti? «Ut aliquando repuerascam». Almeno, mi pare che dica così. Ma lasciamo le ciance, e contentiamo l'amico. Quella signora leggiù, se non m'inganno, è una marchesa di Rocca Vignale, cioè Marchesa vedova di Rocca Vignale. Non so veramente come nasca; cioè, mi spiego, la scienza mi insegna come tutti nasciamo, e come sar

Perchè? domandò a sua volta Ariberti. Perchè ci hai mandato a monte ogni cosa, mentre eravamo sicuri di vincere. Ho detto quel che pensavo e credevo essere il vero; rispose Ariberti, facendo la cera brusca. Del resto, se quattro ciance mie son bastate a farvi fuggire la vittoria di mano, gli è segno che non era quello il tempo e il modo di vincere.

FRONESIA. Non l'avresti mai pensato che ti avesse in questo modo lasciata. O parti che questo sia amore, a l'incontro di quel che porti a lui? Ve' come v'ingannate a creder tanto a chi vi fa buon viso! ché non fanno profession d'altro che di darne ciance e di tenerci in berta. LÚCIA. Non si puote con lor cognoscer tanto.