United States or New Zealand ? Vote for the TOP Country of the Week !


Con cagne magre, studïose e conte Gualandi con Sismondi e con Lanfranchi s’avea messi dinanzi da la fronte. In picciol corso mi parieno stanchi lo padre e ’ figli, e con l’agute scane mi parea lor veder fender li fianchi. Quando fui desto innanzi la dimane, pianger senti’ fra ’l sonno i miei figliuoli ch’eran con meco, e dimandar del pane.

Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l’ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d’i cattivi, a Dio spiacenti e a’ nemici sui. Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch’eran ivi.

Andiam, ché la via lunga ne sospigne». Così si mise e così mi intrare nel primo cerchio che l’abisso cigne. Quivi, secondo che per ascoltare, non avea pianto mai che di sospiri che l’aura etterna facevan tremare; ciò avvenia di duol sanza martìri, ch’avean le turbe, ch’eran molte e grandi, d’infanti e di femmine e di viri.

Aveva deciso di comperarne almeno quattro; e li scelse con infinita cura, e li fece ravvolgere in carta velina, trattandoli, adesso ch’eran suoi, con particolare devozione.

Temp’ era dal principio del mattino, e ’l sol montava ’n con quelle stelle ch’eran con lui quando l’amor divino mosse di prima quelle cose belle; ch’a bene sperar m’era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l’ora del tempo e la dolce stagione; ma non che paura non mi desse la vista che m’apparve d’un leone.

Andiam, ché la via lunga ne sospigne». Così si mise e così mi intrare nel primo cerchio che l’abisso cigne. Quivi, secondo che per ascoltare, non avea pianto mai che di sospiri che l’aura etterna facevan tremare; ciò avvenia di duol sanza martìri, ch’avean le turbe, ch’eran molte e grandi, d’infanti e di femmine e di viri.

Temp’ era dal principio del mattino, e ’l sol montava ’n con quelle stelle ch’eran con lui quando l’amor divino mosse di prima quelle cose belle; ch’a bene sperar m’era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l’ora del tempo e la dolce stagione; ma non che paura non mi desse la vista che m’apparve d’un leone.

li occhi lor, ch’eran pria pur dentro molli, gocciar su per le labbra, e ’l gelo strinse le lagrime tra essi e riserrolli. Con legno legno spranga mai non cinse forte così; ond’ ei come due becchi cozzaro insieme, tanta ira li vinse. E un ch’avea perduti ambo li orecchi per la freddura, pur col viso in giùe, disse: «Perché cotanto in noi ti specchi?

Con cagne magre, studïose e conte Gualandi con Sismondi e con Lanfranchi s’avea messi dinanzi da la fronte. In picciol corso mi parieno stanchi lo padre e ’ figli, e con l’agute scane mi parea lor veder fender li fianchi. Quando fui desto innanzi la dimane, pianger senti’ fra ’l sonno i miei figliuoli ch’eran con meco, e dimandar del pane.

Nel suo delirio c’erano i due amori eterni del sangue giudaico: la famiglia e la razza: c’eran la madre vecchia ed i figli bambini ch’eran lontani e non venivano; ed il figlio ed il padre li aspettava e li voleva prima di lasciarli per sempre; ma essi sarebbero venuti, o padre, o figlio grande; nel suo delirio c’era anche un popolo che aspettava la sua terra, la sua patria, la sua libert