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Fame da bombardieri dopo una giornata di lavoro duro. Silenzio religioso di bocche che masticano preghiere succolente. Teste chine sui piatti. Ma i più giovani non amano le pause, e vogliono ridere, agire. Sanno la mia fantasia feconda in beffe e mi eccitano con occhiate. C'è troppo silenzio a tavola, e il buon dottore è troppo gravemente assorto nel rito della pasta asciutta.

Un'esclamazione, e poi una parola: «InutileValeria aprì gli occhi. Vide la faccia colle ali, un po' lontana, che teneva lo sguardo fisso sulla faccia dell'uomo cogli occhi rossi; questi era vicinissimo e chino sopra di lei. Due altre faccie erano, anche loro, chine a guardare qualche cosa che Valeria non vedeva, perchè quella cosa doveva essere sul suo cuscino.

Un freddo sorprese Betta, che non osò chiamare: Tina! Istintivamente volse il capo alle due donne, ma vedendole chine sulla falda della sottana, tornò ancora a guardare Tina. Dormiva? Che cosa era? Betta ripetè il medesimo gesto, allungandole la mano verso gli occhi, e in tale atteggiamento scherzoso, con quel fazzolettone scuro che le fasciava il visetto giallastro, e la camiciuola dalla quale la deformit

Questo, e non altro, è il servizio postale del Marocco, e nessuna vita è più miserabile di quella che menano quei corrieri. Non mangiano, strada facendo, che un po' di pane e qualche fico; non si fermano che poche ore della notte per dormire, con una corda legata al piede, alla quale appiccan fuoco prima di addormentarsi, per essere svegliati presto; camminano giorni interi senza trovare un albero, una goccia d'acqua; attraversano boschi infestati dai cignali, superano monti inaccessibili ai muli, passano i fiumi a nuoto, vanno di passo, di corsa, ruzzoloni giù per le chine, a quattro gambe su per le rupi, sotto il sole d'agosto, sotto le piogge interminabili dell'autunno, contro il vento infocato del deserto, in quattro giorni da Tangeri a Fez, in una settimana da Tangeri a Marocco, da una estremit

AMASIO. Anima mia, perché conosco il vostro amor non da scherzo ma degno d'una persona come voi sète, con le ginocchia del core e dell'anima chine ve ne cerco perdono, pregandovi che siate cosí intiera padrona di me come io tutto mi vi dono per servo.

Sempre!... ridendo, discorrendo, chine sullo stesso libro, con le faccia vicine. Dio! Dio! Anche adesso... erano insieme... forse s'erano baciate... Devo andare a casa subito, ansò Valeria, col viso livido e sfatto. Nino la teneva stretta. Ma perchè, amor mio? Cos'hai? Oh Dio! La mia creatura! singhiozzò Valeria.

Così parlava il profeta, quasi cantando. Le turbe delli idolatri, soggiogate dal fáscino della voce, tacevano, con le fronti chine; e come la pacificazione della luna scendeva su le foreste, si spargeva per quelli animi un balsamo, una calma piena di freschezza e di profumi.

Ma la nevata fu proprio delle buone, di quelle che in due ore, al piano, colmano i fossati ed annullano le siepi e lassù in alto addolciscono le chine troppo scoscese e le fanno traditrici. Dunque arrivai che annottava.

Ma il giorno del Signor rivedea alfine, E mettea lieto suon la pia campana, E a söavi pensier l'alme fea chine, E a ricordanze dell'et

Io scendo, scendo giù per chine ripide, e a un tratto un monte che vuol mascherarmi la sua altezza imprevista mi ferma. Avanti! non importa! Balza in alto!... Addosso a quel monte, mio bel monoplano!