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La lusinga della contessa era tanto più verosimile, in quanto che, se Ermanno non faceva nulla per dimostrare alla signorina di Charmory ciò ch'egli sentiva, questa si rivelava, nella intimit

Ma passare accanto a Massimiliana di Charmory in mezzo alla folla, e non accorgersi di nessuno, non sospettare neanche le altre esistenze; essere tutto all'incanto di una comunione spirituale, col vivo sentimento che essa avrebbe formato il più puro profumo della ricordanza: era una di quelle cose che lo riconciliavano con la vita. Questo, anche meno, gli bastava.

Vi è una specie di forza tutta negativa, particolare agli spiriti troppo provati dal dolore, la quale consiste, invece che nell'agire sulle circostanze esteriori, come fa la reale energia, nel resistere all'azione di queste medesime circostanze. Una forza di tal genere era quella che la signorina di Charmory aveva spiegata durante il prepararsi del dramma, e che era diventata sforzo doloroso durante il suo colloquio con la contessa. Prevista, affrettata, angosciosamente temuta, scoccava per lei l'ora immancabile in cui la sinistra fatalit

Più turbata di prima, la contessa era ridiscesa, e nel vestibolo aveva scorta la signorina di Charmory. «Maxette!...» Massimiliana l'aveva presa per una mano, interrogandola, prima che con la parola, con lo sguardo: «Che cosa succede?...» «Nulla... volevo vederti...» E l'ansia di ciascuna raddoppiandosi dinnanzi a quella dell'altra, il loro pensiero si era incontrato nell'unico oggetto che l'occupava: Ermanno... «Bisogna che mi conduciate da lui!...» chiese risolutamente la fanciulla. «Maxette mia... è impossibile...» «È necessario.

All'occhio d'un osservatore superficiale, nulla trapelava della inclinazione che Ermanno Raeli sentiva ogni giorno più grande per la signorina di Charmory; le persone che il cambiamento operatosi nella sua vita impressionava, avrebbero potuto egualmente sospettare che le sue assiduit

Però, a giudicarne dalla loro vita di Palermo, i legami fra le due fanciulle quantunque maritata, la viscontessa d'Archenval aveva tutta l'aria di una ragazza non parevano molto intimi. La signorina di Charmory era quasi sempre con la contessa, in giro per la citt

Vedere la signorina di Charmory e fissar su di lei il proprio desiderio imperioso, era stato tutt'uno. Ma egli aveva ben presto compreso come gli ordinari mezzi d'attacco, la seduzione sentimentale o la bassa corruzione, si sarebbero spuntati contro la diffidenza che aveva letta in Massimiliana, e più contro la seriet

La sua carrozza s'era arrestata dinanzi all'albergo; il portiere, avvicinandosi allo sportello, col berretto in mano, le rispondeva che la signorina di Charmory era uscita un poco prima. Allora, le sue paure erano cresciute.

Il quartiere occupato dalla famiglia d'Archenval all'Hôtel des Palmes si componeva di quattro stanze: le camere della viscontessa e della signorina di Charmory, contigue; un salotto intermedio che serviva anche di stanza da pranzo, e la camera del visconte, dal lato opposto. L'ammalata si levava tardi, quando il sole era gi

Ermanno guardava la signorina di Charmory come le altre sue vicine, ma pareva più presto occupato del suo cavallo, il quale, in vicinanza del legno, scuoteva la testa, recalcitrava, e non si chetava un poco se non quando il cavaliere prendeva ad accarezzarlo con la mano e a parlargli quasi all'orecchio.