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Questo è certo Baiardo, io 'l riconosco: deh, come ben nostro bisogno intende! ch'un sol ronzin per dui saria mal atto, e ne viene egli a satisfarci ratto. 74 Smonta il Circasso ed al destrier s'accosta, e si pensava dar di mano al freno.

8 Zerbin cortesemente a lui risponde che gli è desir di bassa e mala sorte, ed a cavalleria non corrisponde che cerchi dare ad una donna morte: se pur combatter vuol, non si nasconde; ma che prima consideri ch'importe ch'un cavallier, com'era egli, gentile, voglia por man nel sangue feminile, 9 Queste gli disse e più parole invano; e fu bisogno al fin venire a' fatti.

<<Io son d'esser contento piu` digiuno>>, diss'io, <<che se mi fosse pria taciuto, e piu` di dubbio ne la mente aduno. Com'esser puote ch'un ben, distributo in piu` posseditor, faccia piu` ricchi di se', che se da pochi e` posseduto?>>. Ed elli a me: <<Pero` che tu rificchi la mente pur a le cose terrene, di vera luce tenebre dispicchi.

Alla quale obiezion così rispondo: ch'a quel tempo una piazza de le destre, che sieno a questo, avea lo scoglio al fondo; ma poi, ch'un sasso che 'l tremuoto aperse, le cadde sopra, e tutta la coperse.

65 Che fosse Rodomonte, era più presto ad aver, che fosse altri, opinione; e perché ancor da lui debba udir questo, pensa, imaginar può la cagione. Fuor che con lui, non sa di tutto 'l resto del mondo, con chi lite abbia e tenzone. Intanto la donzella di Dordona chiede battaglia, e forte il corno suona. 66 Vien la nuova a Marsilio e ad Agramante, ch'un cavallier di fuor chiede battaglia.

63 Da l'altra parte, ovunque il Saracino la fiera spada vibra o piena o vota, sembra fra due montagne un vento alpino ch'una frondosa selva il marzo scuota; ch'ora la caccia a terra a capo chino, or gli spezzati rami in aria ruota. Ben che Zerbin più colpi e fùggia e schivi, non può schivare al fin, ch'un non gli arrivi.

Quel ch'un ucellator che s'apparecchi il campo mondo, fa, per por le reti, dei giunchi e de le stoppie e de l'urtiche, facea de cerri e d'altre piante antiche.

Tu m'hai con disiderio il cor disposto si` al venir con le parole tue, ch'i' son tornato nel primo proposto. Or va, ch'un sol volere e` d'ambedue: tu duca, tu segnore, e tu maestro>>. Cosi` li dissi; e poi che mosso fue, intrai per lo cammino alto e silvestro. Inferno: Canto III Per me si va ne la citta` dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.

Cappio, non vorrei ch'un altro cappio mi strangolasse. CAPPIO. Staremo sempre in festa e gioia. LARDONE. Ed io balzato in una galea. CAPPIO. Qui non ci è pericolo manco d'un filo. LARDONE. Ma d'una corda. E giá mi sento prurire il collo: come la calamita tira il ferro, cosí par che la forca mi tiri il collo molte miglia. Cappio, tu cerchi la mia rovina.

Ei le sue rime del bel nome ch'io canto ha fatte adorne. T. Tu di', s'io non m'inganno, di colui ch'un tempo parlar feo le nostre Muse con quelle leggi e con quelle misure, che gi