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Pur come avvenne a Piero, in sua presenzia la vista persi, il senno e le ginocchia. Chi sopra uman valor si fa violenzia portar tal peso, vinto s'inginocchia. Veggendomi egli a terra, di clemenzia pingesi 'l volto e con pianto m'adocchia: poi, sollevando i lumi al ciel, tal voce muosse, ch'anco m'abbruggia e mai non cuoce.

Poi che Ruggier di vista se le tolse, al buon destrier Frontin gli occhi rivolse: 49 e si deliberò di non lasciarlo, che fosse in preda a chi venisse prima; ma di condurlo seco e di poi darlo al suo signor, ch'anco veder pur stima. Poggia l'augel, può Ruggier frenarlo: di sotto rimaner vede ogni cima ed abbassarsi in guisa, che non scorge dove è piano il terren dove sorge.

Leon si ferma, e sta ad udire intento; poi smonta del cavallo, e se gli appressa. Amore esser cagion di quel tormento conosce ben; ma la persona espressa non gli è, per cui sostien tanto martire; ch'anco Ruggier non glie l'ha fatto udire.

A che unqua nascer noi, se per altrui fallir par ch'anco l'ira non s'estingua divina in noi, per loghi alpestri e bui? Ahi miser! taci e morditi la lingua, ché maladetto fie chi in ciò s'adira: giá Dio mai d'uman sangue non s'impingua; anzi ama l'opre sue, contempla e mira, e studia l'uomo a fatto simile scampare dal suo stesso foco ed ira.

Al Sole in breve tempo le viole col strame il villanel sul Carro assetta: Matto chi teme la mortal saetta, ch'anco l'Imperatrici uccider vole. Però de' sciocchi avrai sul Carro imperio s'indugi, donna, piú mentre sei bella, ché 'l Sol d'ogni bellezza invecchia e more. Godi, pazza! che attendi? godi 'l fiore! fugge del Sol il Carro, e il cimiterio la nera Imperatrice empir s'abbella.

Ma tempo è ch'anco di Grifon favelli, il qual dal compagno d'altrui temendo inganno, addormentato s'era, mai si risvegliò fin alla sera.

3 Non basta a molti di prestarsi l'opra in far l'un l'altro glorioso al mondo, ch'anco studian di far che si discuopra ciò che le donne hanno fra lor d'immondo. Non le vorrian lasciar venir di sopra, e quanto puon, fan per cacciarle al fondo: dico gli antiqui; quasi l'onor debbia d'esse il lor oscurar, come il sol nebbia.

Ha forse Rodi a la pietade eterna Con lunghe colpe sue rotto il confine, Onde il sommo Signor, ch'altrui governa, Pur con giustizia or la corregge al fine. Ma, benchè l'occhio uman poco discerna L'alto giudizio e l'azïon divine, A dritta ragïon creder conviene Ch'anco l'ira di Dio sia nostro bene.

Tu mi costringi a torli; prezzo di sangue alla maligna plebe parran tuoi doni: ah! li ripiglia; e lascia a me la stima di me stesso intera. NER. Ove tu l'abbi, io la ti lascio. Esperto mastro sei tu d'alma virtú: ma, il sai, ch'anco non sempre ella si adopra.

Io la conobbi, aimè! nel sguardo acuto, acuto , ch'anco smovermi puote dal bel proposto e farmi sordo e muto a le preghiere d'ogni effetto vòte de l'altre donne; anzi mi faccio un scuto d'infamia contra il ben che mi percuote, e gridami nel capo, mi urta ed ange, ma nulla fa, ché 'l suo voler si frange. Praecipiti animo nullum est consilium.