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La debil pianta, mia da non dura, e se prende crescendo alcun vigore, nutrita è dal fecondo vostro umore, che tal frutto non vien d'altra coltura. Ma se di quella vostra le semente sempre mi trovo al petto, più spero sentir d'essa giammai cosa più degna, scorgete adunque col giudicio interno che tutte l'altre voghe in me son spente, e vive quel ch'amor di voi m'insegna. Mopso, solo.

Pace tra noi, ch'amor ciò vòl, o privo d'amor e pace miser animale, bello dianzi ed or lordo e schivo! Amor sia, prego, e pace teco, ché ale augel mai vola senza, alma, cui amor e pace manchi, ad alto sale. Ahi! misero, che speri? ove fugace te sottraendo a l'ira vai? ché altrove ben giugne al varco l'empio contumace! Dove vai? di', dove?

Dello stesso Io non miro giammai cosa nessuna, o in terra, o in ciel, ov'io non veggia quella, ch'amor in sorte e mia benigna stella, da le fasce mi diero e da la cuna. Ogni nube m'assembra e sole e luna la mia donna gentil più d'altra bella; monte o valle non veggio, o poggio, ov'ella per lo mio ben non sia, ch'è nel mondo una.

Come si volgon per tenera nube due archi paralelli e concolori, quando Iunone a sua ancella iube, nascendo di quel d'entro quel di fori, a guisa del parlar di quella vaga ch'amor consunse come sol vapori;

Come si volgon per tenera nube due archi paralelli e concolori, quando Iunone a sua ancella iube, nascendo di quel d'entro quel di fori, a guisa del parlar di quella vaga ch'amor consunse come sol vapori;

93 ch'Amor de' far gentile un cor villano, e non far d'un gentil contrario effetto. Partito che si fu di qui Tristano, Clodion non ste' molto a mutar tetto; ma prima consegnò la rocca in mano a un cavallier, che molto gli era accetto, con patto ch'egli e chi da lui venisse, quest'uso in albergar sempre seguisse: 94 che 'l cavallier ch'abbia maggior possanza, e la donna belt

Vedi Paris, Tristano>>; e piu` di mille ombre mostrommi e nominommi a dito, ch'amor di nostra vita dipartille. Poscia ch'io ebbi il mio dottore udito nomar le donne antiche e cavalieri, pieta` mi giunse, e fui quasi smarrito. I' cominciai: <<Poeta, volontieri parlerei a quei due che 'nsieme vanno, e paion si` al vento esser leggeri>>.

Quale è donna di voi che non si pente e non rompe nel cor durezza tanta ch'altrui in vecchiezza poi suol far dolente? Rompete il ghiaccio che d'intorno ammanta i freddi petti; e di pietá s'accenda l'alma, ch'Amor vi faccia lieta e santa. Ma veggio che convien che altra via prenda; ché 'l predicar fra duri sassi e tigre non è possibil che mai frutto renda. Alme gentil, non siate al ben far pigre.

Ma per esser più grato a chi mi ascolta, io differisco il canto a un'altra volta. 1 L'odor ch'è sparso in ben notrita e bella o chioma o barba o delicata vesta di giovene leggiadro o di donzella, ch'Amor sovente lacrimando desta, se spira e fa sentir di novella, e dopo molti giorni ancora resta; mostra con chiaro ed evidente effetto, come a principio buono era e perfetto.

Ch'amor, s'ancor da voi tal grazia impetro, promette a noi tranquilla pace interna, e certa gloria a i nomi e a l'alme nostre. Dello stesso Donna, più volte m'ha gi