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Nel tempo stesso scriveva al Cesarotti: "Il Governo mi ha comandato e m'è forza obbedire. Batto un sentiero, ove il voto della Nazione non va molto d'accordo colla politica, e temo rovinare. Sant'Apollo m'aiuti, e voi pregatemi senno e prudenza."

Non possiamo negare che in fatto di letterature moderne straniere il Cesarotti vide talvolta piú addentro d'ogni altro suo contemporaneo italiano. Nato piú per esser filosofo che per esser poeta e libero di molti pregiudizi, il Cesarotti avrebbe potuto riformare assai tra di noi l'arte critica, se si fosse dato a studi piú profondi.

In un breve scritto di Giovanni Rosini: Sugli Epistolari del Cesarotti e del Monti, trovo intorno al Cicognara questa notizia: "Tornato in questo tempo in Milano e creato Consigliere di Stato, co' nobili suoi modi e col suo bell'ingegno a attirava gli sguardi dell'universale il conte Leopoldo Cicognara, e insieme con lui, anzi, come è più naturale, al disopra di lui, la bella, colta ed animosa sua consorte.

Ad ogni modo, dovendo noi per amore di brevitá tacere qui molti nomi di scrittori italiani, credemmo di dover fare questa breve menzione separata del Cesarotti, onde apparisca che, quantunque non troppo fautori del suo ingegno poetico, noi riconosciamo in lui, comparativamente a' tempi, un ingegno filosofico non comune.

Il Foscolo che non avea perdonato al vecchio Cesarotti la Pronea, di cui diceva: "Misera concezione, frasi grottesche, verseggiatura di dramma per musica e per giunta gran lezzo d'adulazione, infame ad ogni scrittore, ma più infame ad un ottuagenario che non ha bisogno di pane o poco omai può temere dalla fortuna," non dovea perdonare più tardi al Monti la dedicazione servile della sua Iliade al Beauharnais. È giusto tuttavia avvertire che il Monti divenne aperto nemico dell'Autore dei Sepolcri, la polvere dei quali minacciava di scuotere, solo tre anni dopo. Ma poichè il motivo primo della guerra fu la rivalit

Il poeta Veneto Buttura diceva da Venezia a Napoleone: Sull'indegne mio piaghe affisa il ciglio, Vien, vinci, abbatti i coronati mostri; E rendi a te la gloria, a me la vita. Son note le basse adulazioni del Cesarotti, autore della Pronea, che parlava in versi a Napoleone, dicendo: Parlo in prosa ai mortali, in versi ai Numi.