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Abbiamo trasformato i cenci in pasta, ci resta da fare il meglio: trasformare la pasta in carta . Questa meravigliosa trasformazione fu narrata egregiamente da un nostro grande poeta, Giuseppe Giusti, quando andò a vedere le cartiere del Cini a San Marcello, nella montagna pistoiese. Uditelo: «...Noi arrivammo stracchi e affamati, e a farla apposta in quel momento la macchina non andava; ma il ministro della cartiera, che è un buon modenese, ci usò la cortesia di farla allestire, sebbene noi, aggiunta alla stanchezza e all'appetito anche la noia dell'aspettare, volessimo andar via a tutti i patti. Ed ecco, puliti i cilindri e ammannito il tutto, la macchina comincia a muoversi: vedere quello spettacolo e cessare la stanchezza fu tutt'una. Immagina due grandi stanze unite da più archi a rottura, l'una di solaio più alta che l'altra: nella superiore, vedi cinque grandi pile di pietra, nelle quali i cilindri triturano continuamente il cencio, e non ce ne vogliono di meno, perchè la macchina va con tanta rapidit

Dopo l'invenzione della stampa, le cartiere si moltiplicarono rapidamente. Ma ora che conosciamo qualche particolare circa l'invenzione della carta, vediamo un po' come si fa a fabbricarla.

Sono rispettabili, Michele mio; ripigliò il Bello, ma i cenci vanno a finire a Voltri nelle cartiere; e quando si può farne senza, non intendo il perchè non s'abbia a vestir pulito ed avere i buoni bocconi in quel concetto che si meritano. Spendo forse qualcosa d'altri? Oh, Michele, guardate un po'! La vita politica è piena di amarezze.

L'Aiga, nondimeno, aveva trovato in altri tempi il suo capitalista, uomo pratico, che era salito su quella balza a impiantarvi un martinetto. Si chiamava, e tutt'ora si chiama con questo nome, nelle regioni montuose dell'Italia superiore, il maglio delle ferriere; donde avevano spesso il nome di martinetto le ferriere medesime. Mosso ordinariamente dalla forza dell'acqua, il martinetto battendo sull'incudine la ferraccia arroventata, la modellava via via, la spianava, la stendeva, la foggiava in ispranghe, per uso dei fabbri. Innanzi la scoperta del vapore e il minor costo delle sue applicazioni, erano i martinetti assai più numerosi; e per foggiare il ferro, come per lavorare nelle cartiere e nelle gualchiere, ne sorgevano dovunque scorresse un bel volume d'acqua perenne. Ma generalmente oramai, e più per il ferro, i martinetti ad acqua han persa la lite: dove la scarsezza progressiva, del combustibile necessario all'arroventatura, dove il rinvilìo del minerale del ferro e la concorrenza delle migliori qualit