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«Messer lo Recon tardo e interrotto discorso rispondeva il Conte Giordano «io mi confesso colpevole; il cartello non mandai, ma accettai, perchè così doveva fare chiunque porta sproni, e spada di Cavaliere: ogni più grave pena a cui piaccia alla Serenit

Pochi giorni dopo la breccia di Porta Pia, in settembre del 1870, Bertani incaricò il commilitone Domenico Narratone, testimonio della schifosa scena, d'irne a Monterotondo a portare, in compagnia di Raffaele Giovagnoli, un suo cartello di sfida all'autore dell'indegno atto di tre anni innanzi.

Ei va pensando riparare al male: sfida Terigi con un cartellone; che scelga il campo e l'arma; che a mortale duello il vuol per la riputazione. Terigi, grasso, pigro e piccoletto, fu per morir quando il cartello ha letto. L'onor non vuol che tardi alla risposta, che ricusi la disfida certo; ma se guarda alla trippa mal disposta e ascolta il cor, si ritrova diserto.

Questo fu la sfida poderosa, quasi pazza, in cartello a giorno determinato che i palermitani stanchi di domandare lenimento alle profonde piaghe comuni, lanciavano alle autorit

Ma le prime opere che davvero posero in luce il nome di Pacini, furono l'Adelaide e Comingio, l'Atala e la Sacerdotessa d'Irminsul, le quali vennero riprodotte in quasi tutti i teatri d'Italia, esclusi la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Regio di Torino e la Fenice di Venezia, che a quell'epoca erano considerati i soli teatri di cartello.

C'è quì un cartello colla freccia che insegna la strada. Dov'è questo cartello? L'abbiamo di poco passato. Si ripigliava il cammino. Ezio a un punto si distaccò dalla sua guida: Voglio provare a camminare da me. La strada è molle come un tappeto. Direi che quasi comincio a veder qualche cosa. Di', non c'è in faccia una fontana con un cavallo che beve? Dove? chiese Andreino imbarazzato.

I ragazzi Morandi erano passati tante volte davanti a quel fabbricato, s'erano fermati a sentire il rumore delle macchine e il canto degli operai, ma non avevano osato entrare, trattenuti da un cartello sul quale era scritto: Non entrano che le persone addette ai lavori; perciò quel giorno, tutti contenti, uscirono di casa prima dell'ora stabilita, impazienti di ritrovarsi coi loro amici.

Il Granduca, sfidato, accetta il cartello e sollecita l'ajuto del suo esercito in frattanto che arrivassero i Tedeschi. L'esercito toscano fraternizza col popolo. Leopoldo II, ricordandosi la storia del 1848, sale in sedia da posta. Il popolo lo lascia partire, schierandosi in due ale, lungo la via, sul suo passaggio, e dicendogli addio, di un'aria beffarda.

Sopra un gran cartello, sormontato dallo stemma dei Montsauron inquartato con quello dei Sentis, leggevasi in lettere bianche su fondo nero: ALL'ANIMA DELLA NOBILE DAMA IDA DI MONTSAURON MARCHESA DI SENTIS DA SUBITANEO MALORE RAPITA LA SERA DELLE NOZZE LASCIANDO ORBATO LO SPOSO IL PADRE INCONSOLABILE CONCEDA DIO L'ETERNO RIPOSO LA CORONA DEL PARADISO.

Non importa... Lascino pure il catafalco, ma levino il cartello! Ma se nessuno può leggerlo!... Io ho usato troppe gentilezze con loro questo scandalo non lo subisco... Ma, se non v'è scandalo! Insomma per il buon della pace, fa necessario tor via quel disgraziato cartello.