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Il carteggio, come abbiam detto, incominciava dal 1833: ma le prime lettere lasciavano argomentare un affetto di due anni innanzi, affetto tenuto a disagio dalle troppo rare occasioni di vicinanza che erano offerte ai due innamorati dalle veglie e dalle feste da ballo del patriziato genovese.

Messe sulla carta queste poche cose, a mo' di preambolo, il padre Bonaventura veniva difilato a toccare della amicizia di Ginevra colla viscontessa Onorina Roche Huart, nata de Kérouèc, amicizia nata tra le mura del monastero e tenuta viva da un lungo ed abbondante carteggio.

Mi ha invitata all'ultimo de' suoi lunedì, che si chiudono con una gran festa da ballo; e chi sa? son donna da accettare l'invito. «Addio; non istate a smarrirvi per le vie di Milano e venite presto a vedere la vostra sincera amica Se io non temessi di offendere il lettore, mostrando di dubitare della sua perspicacia, vorrei pure appiccicare un commento a questo carteggio.

Sapeva ella che la giovinetta da lei condotta in San Silvestro fosse sua figlia? Lo Spagnuolo di cui parlavano le lettere di Lilla a Paris Montalto, e che in quel carteggio appariva come un amante disprezzato di Lilla, indi si scorgeva ascritto alla compagnia di Gesù, tornato a Genova ed entrato come consigliere in casa Priamar, era forse Bonaventura?

Il carteggio della Ginevra risaliva all'aprile del 1850, cioè a dire pochi mesi dopo il suo matrimonio col marchese Antoniotto e il viaggio di nozze che gli sposi avevano fatto in Francia, in Inghilterra e in Germania. Nella prima sua lettera la giovine sposa incominciava a raccontare i suoi pensieri, le sue sensazioni, e tutte le particolarit

Era quello un carteggio abbastanza continuato dal 1833 al 1835: quindi ripigliava dal 1839 al 1843, dove cessava affatto. La scrittura, fine e allungata, indicava alla bella prima la mano di una donna.

Queste lettere non erano poche, brevi, e sebbene il carattere di Bonaventura fosse tondo e fitto, vero carattere da prete, il carteggio teneva lo spazio di molte pagine inchiostrate, s'intende, sopra ambedue le facce. I nostri lettori, che gi

La prima delle due lettere con cui si chiudeva il carteggio, era breve. In que' pochi versi era annunziato il viaggio imminente dei Torre Vivaldi a Parigi. «Volevo farti una improvvisata (diceva la marchesa) ma non mi riesce, poichè il signor di Montalto giunger

Seguiva, scritta nel giugno del 1857, la lettera dalla campagna, che i nostri lettori conoscono da capo a fondo, avendola noi riferita, come una primizia del carteggio, allorquando ci occorse di chiarire come e perchè la marchesa Ginevra domandasse ai suoi ospiti un cenno di Goffredo Rudel e di Percivalle Doria.

Tradiscon di più la risposta di re Carlo, quelle parole «malvagio traditore di Dionostro inimico e traditore. Si ponga mente in prima, che nei diplomi autentici del duello dei due re, questi gravi sfregi non si leggono, ma che Piero fosse entrato nel regno di Sicilia contro ragione e in mal modo. E quando, fallito il duello, Carlo rinfacciava al nimico le ingozzate offese (diploma in Muratori, Ant. ital., tom. III, Dissertazione 39), faceasi con molta cura a spiegare, che per quelle parole «contro ragione e in mal modo» avesse voluto significare, il più cortesemente che si poteva in carteggio di re, l'accusa di traditore; che Pietro d'altronde avea compreso benissimo, e dettolo agli araldi che gli portaron la sfida. Egli è evidente che re Carlo, se avea gi