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In tale epoca io pure sentii farsi maggiore l'attrazione della lontana finestra del palazzo Brisnago. Era magnetismo?... non saprei dirlo, ma era un fatto in armonia col resto della natura: il risveglio del mio cuore si trovava all'unisono con quello delle piante; e alla sera, scartabellando l'Ortolano dirozzato, mi son trovato d'accordo colla fioritura delle carote.

Maria se ne invaghì, gliene promisero parecchie coppie a sua scelta, le insegnarono le cure necessarie alla buona riuscita. Essa andava spesso a visitarli, carica d’erbe, di foglie di cavolo e di carote; adorava i piccini, non poteva risolversi a quali dovesse dare la preferenza.

E mostrava con tenerezza i cavoli immensi, lustri sotto l'acqua, e le carote, e i ravanelli, e le radici bianche e rosse che facevano pompa dei loro colori e sfidavano allegramente la bufera. La Teresa s'avanzava con circospezione. Badi, badi ammoniva il giardiniere. Piero si stringeva nelle spalle. O che cosa sar

Prese alloggio in un grande albergo, assunse delle informazioni che lo fecero conoscere per esperto agricoltore. Poi lasciando gran parte del suo bagaglio all’albergo, e raccomandando all’albergatore le sue preziose sementi di bietole, cavoli e carote, annunziò una gita nei dintorni per visitare le colture, e partì solo e pedestre, munito d’una semplice valigietta alla mano.

Avea questo filosofo guascone, poiché lasciò quel padre abate santo, piantato il laico a piè, suo compagnone, dormente un giorno e cotto piú che alquanto; e venduto il destriere ed il rozzone e i ricchi guarnimenti, trasse tanto che poté tôr le poste e far viaggio, piantar carote e cambiar personaggio.

E allora i poeti vivevano eternamente. , disse Anne-Marie. Ma poi, un giorno, certa gente disse al buon Dio: Perchè, buon Dio, avete messo tante cose inutili nel mondo? Le rose, per esempio. A cosa servono? Potremmo benissimo farne a meno, e avere invece più legumi: cavoli, carote.... Spinacci, disse Anne-Marie, arricciando il naso. Gi

Io arrossivo pensando d'essere stato a Como senza vederlo. Poi per farmi passare il tempo aspettando l'ora del pranzo mi condusse a visitare l'orto e il giardino. Nell'orto la mia ignoranza fece la sua prima comparsa. Io non distingueva le piante delle patate dai pomidoro, le carote dal prezzemolo, confondeva il rosmarino colla lavanda, le zucche coi poponi.

PANURGO. Io che ho caro che la cosa rieschi netta, vo prevedendo tutte le cose che ne ponno fare errare. MORFEO. Taci e poniti in postura, la porta s'apre, eccolo. Al viso conosco che è terra da piantarvi carote, la preda sará nostra, l'incapparemo al primo. GERASTO. O Narticoforo carissimo, voi siate il ben venuto per mille volte! PANURGO. O Geraste, lepidum caput, voi siate il ben trovato!

Mi risparmino i lettori l'orrore di descriverla!.. Un viso da leticare il giallo alle carote, un personale impossibile, due mani che certamente non sarebbero state sproporzionate per il Biancone di piazza.

Lo andava scartabellando con vera soddisfazione, ne scorse l’indice delle materie e trovata la pagina che cercava, cominciò a leggere ad alta voce: «Dopo d’aver legato il cappone si deve metterlo in una pentola dove si trovi in ristretto. Aggiungete acqua, carote, una cipolla con due chiodetti di garofano, una foglia di lauro, sale, e pepe in grano. Due buone ore di cottura a fuoco dolce