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Una barca da nolo portò un altro fattorino del telegrafo con un espresso: un piego del ministero degli Esteri. Barbarini, dopo averlo mandato al comandante, vedendo che il suo figliuolo tardava a tornare, e concependone qualche inquietudine, fece chiamare il sottotenente di vascello Marco Roccaforte. Lei è molto amico di Luigi Carleoni: sa dove si potrebbe trovare, a quest'ora?

Carleoni tacque un poco. L'espressione gi

Carleoni! chiamò forte e brusco il secondo. Guardi un po' se il tirante è libero e ben guarnito. Il giovane, riscuotendosi, incontrò finalmente lo sguardo del timoniere: ad un cenno la bandieruola fu ammainata.

Il giovane, cui toccava il pericoloso ufficio di comandare la lancia, era corso a prora appena udito il grido della vedetta, cercando Luigi Carleoni; non trovandolo, si era arrampicato sul castello, vi si manteneva quasi carponi, avvolto fra le spume, per spiare oltre il bordo, con la febbre dell'ansia sul viso.

Quando il capitano di vascello Ruggero Carleoni, comandante della «Siracusa», ebbe finito di decifrare nella sala del Consiglio della nave il lungo dispaccio del ministro della Marina, chiuse il foglio in uno dei cassetti della scrivania, strappò e stracciò la pagina del taccuino dove aveva trascritto alcuni dei passi più importanti degli ordini telegrafici, e disse a Catenuti, il sott'ufficiale-segretario: Chiami subito il comandante in seconda.

Dopo un'altra pausa Carleoni riprese, rapidamente, quasi per guadagnare il tempo perduto nella parentesi: Richiami tutta la gente a bordo. Senta il capitano medico se quei due infermi gravi sono da sbarcare. Avverta le mense che si provvedano di viveri freschi per una settimana, ed anche più.... Parve cercare nella memoria altre cose; poi, movendo un passo verso il secondo, con voce più riposata, con tono di confidenza amichevole: Del resto, soggiunse, non ho bisogno di spiegarle altro. Lei sa quel che deve fare. Appena la macchina sar

Avanti, Maroni! disse Barbarini volgendosi verso il nuovo venuto, e piegando poi il capo a udire qualche cosa che costui, giuntogli vicino, gli diceva all'orecchio. Va bene. Va bene. Posato il tovagliuolo, si alzò, e fece col capo e con la mano un cenno a Carleoni. Il giovane sorse in piedi e gli si accostò. Comandi! Favorisca di venire con me.

Solo Roccaforte, coi pugni chiusi, le mascelle contratte, incontrando lo sguardo febbrile del secondo, disse, senza essere interrogato a parole: , comandante: è Carleoni.... Barbarini si prese la fronte tra le mani: Come dirlo al padre? Ma gi

Pochi, i maligni, si compiacevano del caso; la più gran parte dei marinai se ne dolevano, per il rispetto e l'amore che i due Carleoni, comandante e ufficiale, si meritavano. Cinque minuti prima delle cinque, dopo aver fatto avvertire gli ufficiali che prendessero i loro posti. Barbarini ordinò a quello di guardia: Chiami i fischi al centro.

E rivolto a Roccaforte, dopo aver congedato con un saluto il capo macchinista: No, vede: è troppo tardi. Correremmo rischio di perdere anche lei. Speriamo che torni con l'attendente. Un sott'ufficiale gli si presentò: Il signor comandante ha bisogno di parlarle. Carleoni era ancora alla scrivania, dove aveva studiato le rotte e decifrato l'espresso.