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Non gridare come un vile e accendi! Accendi presto i cespugli! Non ho paura, Kabango, ma certo essi non si fermeranno davanti ai nostri fuochi. Sono più di cento... Senti l'urto spaventoso delle loro fronti quadrate contro i tronchi! Eccoli, eccoli! Li vedo. Caricano, proboscide alzata, barrendo. 6 Trombarriti, 6 Crepitatori, 6 Scoppiatori. Non tremare, li vedo anch'io.

Si conobbero, o almeno si videro, alle tre del mattino del 15 giugno 1898, nella stanza ove si «caricano e si scaricano» gli arrestati che vanno e vengono dal Cellulare. Fuori e dentro c'era ressa di carabinieri silenziosi, tetri, colle mani piene di ferri.

Sulle scogliere, i violini arrabbiati del vento elettrizzano le budella miagolanti della foresta coprendo di note più alte l'orchestra formidabile del mare.... Il russare del mio motore si compiace a macinare questa lacerante polifonia, le cui cadenze fanno il massaggio ai miei muscoli, tonificano i miei nervi, e caricano di energia gli accumulatori del mio cuore dai lunghi fili....

Abbiamo così attraversata l'isola nella sua lunghezza; proseguiamo sulla diga, e appena messo piede in Tau-el-hud vedremo la palazzina del governatore generale, l'ufficio telegrafico, una moschea, il pozzo dove giunge l'acqua portatavi con canali dalla montagna, e attorno al quale formicolano centinaia di ragazzi e ragazze che empiono le loro otri o le loro pelli, se le caricano sulla testa, sul dorso o sui somarelli, e per pochi quattrini le trasportano in citt

Gli elefanti assaggiano il vento con la proboscide e appena fiutata la presenza dell'uomo caricano in massa compatta e accecano tutto con potenti soffiate di sabbia. Il più veloce dei cavalieri non se la caverebbe. A buon conto voglio incendiare quei cespugli secchi. Metteremo così una barriera insormontabile tra loro e noi. Lanzirica si alza e comincia a dar fuoco ai cespugli.

Ascoltate, ascoltate, tutto il castello è sossopra. Si caricano i cannoni, si esaminano le porte e le mura, battono, picchiano, turano, vanno e vengono come se il nemico fosse sul punto di dare la scalata. Ma che cosa sar

Drollino, immobile, snello sulla sua bella cavallona, lo guarda attentamente, scrutando quella nuova faccia di padrone, che non lo soddisfa. Però, con una riflessione degna del suo senno pratico, pensa che per giudicare infallibilmente d'un uomo bisogna prima averlo veduto in sella. Mentre si caricano i bauli, Milla si guarda attorno per ritrovare quel noto paesaggio.

Dimani, che per una ragione qualunque la cosa fallisca; che non se n'abbia più d'uopo; che si sappia; che dispiaccia; che riesca altrimenti da ciò che si aspetta... ed eccomi compromesso ed afforcato. Non si risparmiano gli uomini cui si caricano di tali secreti e di tali funzioni. Ebbene, io voglio tenermi al coperto di codesti colpi di soppiatto.

Armi a destra, uomini a sinistra! Dell'ordine, per Dio, dell'orrrdine! Ghiandusso, prendi il tascapane coi petardi, e vieni. In fondo alla viuzza sporgendoci su un muricciolo basso, vedo a venti metri sotto, in un immenso cortile un migliaio di bosniaci. Confusione intorno alle marmitte. Grida di ufficiali, ordini incomprensibili. Alcuni caricano i fucili. Io grido con voce tonante: Arrendetevi!

«Guarda, diceva Ida a Cantoni, ancora convalescente dalle sue ferite, con che furia caricano quei cavalieri napoletani i pochi lancieri di Masina¹ e come fuggono i nostri!» I nostri veramente non fuggivano, ma per vizio assai comune nei cavalli italiani male addestrati, essi non potevano trattenere i focosi animali spaventati dalle cannonate e dalle fucilate che mai non avevano udito.