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Il senato ricevette il primo annunzio di questa intenzione del sufì dal console a Damasco Contarini, con dispaccio 4 marzo 1508 ; quindi nel settembre dello stesso anno il provveditore di Napoli di Romania scrisse ai capi del Consiglio dei Dieci, che di notte secretamente erasi a lui presentato un messo del sufì della Persia «per pregarlo di informare il veneto senato che il suo re era amico dei cristiani, veniva a rovina del Turco, voleva bene a san Marco et alla signorìa, ed aveva fatto penetrare il suo esercito nell'Anatolia ». Finalmente colla nave di ser Francesco Malipiero arrivarono a Venezia due oratori, uno persiano ed uno caramano, con lettera di Ismaìl tradotta dal console Pietro Zeno, la quale, accreditando i suoi ambasciatori, esprimeva la buona amicizia che il re persiano portava alla repubblica, ed il suo desiderio di stringerla maggiormente e più efficacemente . Accolti essi cortesemente dal senato, furono a spese pubbliche alloggiati nel palazzo Barbaro a s.

Il quale, alleatosi alla repubblica fin dal 1464, avendo chiesto a Giosafat Barbaro, che trovavasi in Cipro, soccorso per ricuperare i castelli di Sighin, Kurku e Selefke, intorno ai quali stava il suo campo, ebbe dal Barbaro e dal Mocenigo la chiesta assistenza; perocchè, portatisi colla veneta armata alle marine, essi presero a viva forza Sighin ed ottennero a patti gli altri due castelli, che il Mocenigo consegnò a Kasim beg fratello del Caramano, il quale ringraziatolo del possente aiuto, lo regalò di un leopardo e di un superbo destriero tutto addobbato con fornimenti d'argento .

Scriveva in fatti il console a Damasco Bartolomeo Contarini nel novembre dell'anno 1505 : essere a lui venuto un chasandar del Caramano con una lettera del sufì di Persia, scritta in lingua agemina , al soldan dei Veneziani, colla quale narrando le conseguite vittorie gli partecipava il suo grande amore e la sua speranza di presto incontrarsi con lui.

Confrontato nell'Archivio generale dei Frari, Secreta XXI, p. 209. Quia vehementer pro commoditate rerum nostrarum, Dominatio nostra superioribus mensibus confederationem et intelligentiam conclusit cum illustr.mo Domino Caramano, medio nobilis viri Andreae Cornario, qui dominus vita functus est. Sitque optimum factu, eam cum filio suo, qui ei successit, juvene et animoso redintegrare.

Paolo Ognibene arrivava dalla Persia il 17 di febbraio 1475 e riferiva nel Consiglio dei Dieci: che entrato nel paese del Caramano si era unito con alcuni Turchi che andavano alla Mecca, dai quali poche miglia fuori di Aleppo si dipartì fingendo di avere perduta la borsa, e così avendo potuto ritornare in quella citt