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Che brava figliuola, che cara creatura, che la sia benedetta! E dove l'ha conosciuta, se non è troppo ardire? A Roma, alla Stampa. Gi

Solamente quando le dieci e mezzo suonarono all'orologio della sala, egli disse alla moglie: Vuoi ritirarti, cara?... Sei stanca, avrai bisogno di riposarti. Il capitano si alzò e accompagnò la duchessa sulla porta della cabina, dov'era aspettata dalla cameriera. Maria la licenziò quasi subito, si chiuse a chiave... e finalmente, dopo tante ore di martirio, era sola.

Mia cara mamma, tu possiedi dello forbici impossibili.... Quanti anni abbiamo? Diciotto; ed è tuttora in convento. Un'educazione da farsi, nevvero? Ingenua molto? A meno che.... qualche volta sono sveglie, sai, queste educande, sveglie davvero. Mi ricordo, anni fa, in un convento di monachine.... Oh! Giuliano, interruppe la vecchia, che discorsi! Invece di ringraziar Dio!

La campagna triste fra Verona e Peschiera era sinistramente illuminata dalla luce sanguigna del tramonto che alcune nuvole grige interrompevano. Loredana non diceva parola, tenendo le mani tra le mani di Filippo, sempre col viso celato da quel velo bigio, che pareva la togliesse dal mondo, l'allontanasse da tutti, la dovesse nascondere come una delinquente. Ascoltami, cara, seguitò Filippo.

Un parafuoco che Egli soleva prendere in mano per gingillarsi durante le nostre discussioni, una coppa di bronzo che Egli ammirava, il posto dove aveva l'abitudine di mettersi, la sedia che preferiva e la luce che gli era più cara rappresentavano a' miei occhi i termini del sentiero che avevamo percorso insieme. Mi dicevano: è finito, di qui non passerai più.

Vedi, amica cara, io non mi starei quieta finchè sul mio alpenstok avessi tutti questi nomi, che per te sembrano appena appena nero sul bianco, per me sono quel che sono!

Alle undici, seguito da Andrea colla mia pelliccia aperta fra le mani, ricomparvi nel salotto di Lidia. È inutile mandare il viglietto, dissi. Porterò io le tue scuse. Lidia alzò il capo, e impallidì nel vedermi. Che cosa fate voi, ? domandò ella al domestico. Tiene la pelliccia, spiegai. Guarda, cara, se questa cravatta è messa bene. Benissimo, rispose la donna, levando gli occhi al soffitto.

I due nomi fecero una grande impressione: lo zio Matteo li ripetè quasi macchinalmente, scandendo le sillabe. Il duca, il senatore Giovanni di Casalbara? Il banchiere, il commendatore Francesco Kloss?... Si alzò, accarezzò, prendendole fra le sue mani, le guance in sudore di Evelina, e la baciò sui capelli fini e radi, con tutto un mugolìo di tenerezza. Fanciulla mia cara!

ERASTO. E perché senza cervello, vita mia? AMASIO. Perché altri che un senzacervello non potrebbe dir queste cose. Quando mi hai tu veduta o parlato prima, che mi vieni cosí sfacciatamente dinanzi a ragionarmi di cose cosí sfacciate? ERASTO. Moglie mia cara, non bisogna mostrarsi cosí semplice e innocente. Qui è tuo marito e tuo padre, non hai altri al mondo che ti amino piú di noi.

Questo pensava la Gilda, e lo sdegno le traluceva dagli occhi, le usciva in rotte parole dal labbro. Mastro Bernardo, che pure l'aveva a morte col Bardineto, non intendeva perchè la sua cara nipote ci si riscaldasse poi tanto.