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Pel campo francese? Così è, amico, e penso adesso che tu potresti fare il medesimo e venire con noi. Di giorno menar le mani a buona guerra come gli altri; di notte, a chiaro di lampione, ritrarre col rossetto in carta le faccie lustre e violette de' caporali ubbriachi.

Costoro, spartiti a squadre che caporali dei gendarmi guidavano, campeggiavano sui monti dilatando l'orbita della insurrezione a' più rimoti villaggi, e componevano ugualmente a squadre i nuovi associati senza distaccarli dalla cultura dei proprî campi.

Ma lasciamo in disparte le grandi compagnie, che non entrano nel nostro povero quadro, e ristringiamoci a parlare di quelle piccole masnade di venturieri, che, datisi al mestiere dell'armi, cominciavano ad essere caporali di lancia, e, venuti in fama di prodezza, riuscivano a far manipolo di gente, che poi conducevano a' servigi di questo e di quello. La loro condotta era di tre sorte.

Allora la signoria di Firenze opinò di poter conciliare senza esterno intervento col porre a confine i caporali d’ambe le parti. Ma i Neri di subito con Corso Donati andarono al papa, e lo incitarono contro a’ Bianchi, e, come gli chiamavano, contro a’ cani del popolo per abbassarli, e favorire la nobilt

Così spasimava Alpinolo quando stava scevro e solitario dagli altri; quando era accompagnato, seppelliva dentro il suo dolore; obbediva come un automa ai cenni dei caporali, per quanto se ne facesse schifo; mescevasi alle gozzoviglie de' suoi commilitoni, a trar sulle carte, a sbalzare dadi, ove, ad onta delle severe proibizioni del principe, biscazzavano il loro guadagno; pagava ad essi il fiasco, lasciavasi spillare il suo, tanto per farseli amici: onde tutti «Quattrodita» di qua; «Quattrodita» di l

Il resto può immaginarsi. I soldati semplici della compagnia liberatrice furon creati tutti sottotenenti; i soldati scelti, luogotenenti: i caporali furon fatti capitani; i sergenti, maggiori; il foriere, tenente colonnello; il sottotenente fu promosso a colonnello; ed i due luogotenenti a maggior generali.

come disse il Caporali di Mecenate. Però la sera fu forza mettersi in mare, e il tempo volgeva alla burrasca, il sole si tuffava infocato, l'aria incupiva ogni momento più; il giovinetto bellissimo portava un berretto vermiglio alla greca, e i capelli proprio d'oro schietto gli fremevano ventilati dietro le spalle.

Le storie delle battaglie vanno piene di singolari presentimenti palesati intorno alla propria morte da coloro, che in effetto perirono; forse ciò avviene perchè quando la morte presagita tiene dietro al presagio la gente ne serba conto, mentre in caso diverso passa inavvertito, o ne omette il ricordo; tuttavia confesso, che vi hanno successi nel mondo dei quali è difficile per non dire impossibile rendere ragione: adesso vuolsi sapere come certo Giuseppe Magni da Milano sergente parlando in quel giorno della battaglia del 3 giugno ebbe a notare: «cotesto fu il dei caporali (e di vero assai ne morirono allora) oggi viene quello dei sergenti, ed io sarò tra i morti,» e così accadde: dopo non bene un quarto di ora colpito di palla nella fronte periva; indi a breve pari sorte toccava a Carlo Ramesi: tale ugualmente auspicava di un Vigoni di Pavia, che incamminandosi verso Roma diceva ai compagni: «l

La fanteria composta di trenta dragoni era a custodia delle dieci torri di guardia del littorale (torrari); la cavalleria, di quaranta soldati, sorvegliava le spiagge e segnava l’avvicinarsi di barche sospette. Codesti eran detti «soldati di marina», e più tardi compagnia o «milizia urbana», nome sfigurato oggi, con uno de’ qui-pro-quo della fortuna di cui il popolo possiede il segreto, in truppa babbana. Questa milizia rappresentava la forza propria del Senato sotto un comandante nobile (Sergente maggiore), un Capitano delle torri, un Alfiere, un Tenente e varî caporali, tutte persone civili; ed ogni anno, il Maggio, veniva passata in brillante rivista. Carlo II nel 1695, confermando il privilegio di questa milizia al Senato, dava ad esso facolt

Frattanto, secondo le avute ingiunzioni scavalcarono al palagio de’ Frescobaldi a capo del ponte S. Trinita oltr’Arno; perchè costoro in Firenze eran caporali di parte Nera, tanto che avevan ospitato li stessi baroni del Valois. Conferirono brevemente col principale di essi; che, confortatili di grandi speranze, li volle accompagnare fino alla casa di messer Baschiera de’ Rossi.