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³⁷⁷ Cannella, Lettre sur la littérature de Palerme ecc. pp. 42-43. A Naples. 1794. Cfr. in questo nostro vol. il cap. Libert

Due giovinotti di primo pelo, adocchiatisi da due lati della sala, si mossero incontro e si strinsero cordialmente la mano. Anche tu qui? disse uno d'essi che portava l'occhialino inforcato al naso. Anch'io. Rappresento dieci azioni della casa Baggelli, rispose l'altro, che aveva un soprabito color cannella. E io rappresento Larice. Ma non sono il solo.

Sono ammesso alla scuola dell'Accademia. I professori sono contenti dei miei progressi. Un corno! esclamò lo zio furibondo... Poichè tu non sei capace di spacciar eloquenza alla ringhiera del foro, spaccerai pepe e cannella al minuto al banco della mia bottega. Sarai droghiere come tuo zio.

Come venisse accolta la galleria di ritratti del Cannella non sappiamo. Certo, i contemporanei non ne parlarono quanto i posteri; i quali, a corto di notizie personali di certi uomini grandi e piccoli, presero i Portraits come documento di storia letteraria; però Meli, Fleres, Scasso, Carì, solo per quella apoteosi di persone, credettero toccare il cielo col dito: ed il Cannella rimase quel che era: guardato in cagnesco dall’autorit

Prima di andar fuori, il giovane Ariberti si era risciacquato per bene il capo; a ciò consigliandolo il Priore, che vedeva in quella abluzione uno spediente infallibile per dissipare i vapori dell'orgia. Quindi, per rimettersi un po' di fiato in corpo, aveva bevuto un bicchiere di vin caldo, con molta cannella e molti chiodetti di garofano.

Era un gridare al deserto. Quattro giorni dopo la promulgazione di questo bando l’ab. Cannella, da poco tornato da Napoli, dove si era ridotto dopo la sua romanzesca fuga in Francia, se la spassava col suo inappuntabile vestito alla nuova moda: ed eccolo, quando meno se lo attendeva, fermato, catturato e subito relegato nel Convento dei Cappuccini⁴⁵⁶.

Tra tanto senno il Cannella fa sedere Carlo Santacolomba pel suo libro sopra la Educazione degli alunni del Buon Pastore; ma lo Scin

Mezzogiorno 3/4 flauti gemiti solleone =tumbtumb= allarme Gargaresch schiantarsi crepitazione marcia Tintinnìo zaini fucili zoccoli chiodi cannoni criniere ruote cassoni ebrei frittelle pani-all'olio cantilene bottegucce zaffate lustreggìo cispa puzzo cannella

⁴¹² Lettre de M. l’Abbé Cannella

Cannella dalle mani dei gendarmi pontifici, usasse dire: La Sicilia mi ha regalato il balsamo e la cannella! Ora qualche pagina di quel libriccino è una sicura sintesi delle condizioni letterarie del tempo; e l’ultima vuol essere riportata: «La nostra piazza non è ancora accreditata: e da noi non si trova un libraio che voglia spendere. In Sicilia le Lettere non sono un mestiere come altrove.