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Certo non si rischia molto assicurando fin d'ora che non è un eroe un nostro vecchio conoscente, il signor Oreste, comandante di una di quelle strane pattuglie nella notte tra il 21 ed il 22 marzo. Il signor Oreste, ch'è padrone d'una delle principali osterie in Cannaregio e che ha la sua buona dose di vanit

E a proposito di plebei, che cosa era quella sua amante? La chiamava Loredana, lui, per rialzarla; ma veniva dal basso, era uno scialletto, più meno che un'infilatrice di perle a Castello; pensate che educazione poteva avere e che linguaggio; ma faceva ogni giorno un bagno nel latte. È per questo che la dicevano tanto caritatevole; distribuiva ai poveri il latte che le era servito pel bagno. Quanto alla bellezza, poi, a Venezia se ne potevan trovare mille, diecimila più belle; bastava guardarsi intorno, e giusto a Castello e a Cannaregio v'eran certi musetti, si vedevan certi occhi e certe capigliature; la Resi, per esempio, e la Nana, e quell'altra, quella bionda, la M

Ma sbucavano in Cannaregio, il quartiere popolare, le cui case sono piccole, le cui finestre sono adorne del bucato familiare, le cui fondamenta sono continuamente battute dai vivaci zoccoletti delle donne: ed è un andirivieni, al sole, di bimbi biondi, di donnine dai capelli neri e ricci, a ondate fulve, di uomini piccoli e tarchiati dai mustacchi folti, ispidi e rossastri, mentre l'allegro e lezioso dialetto forma un brusìo, dovunque.

Sono poco abituati ai forestieri: il Cannaregio è un quartiere di poveri, di operai rispose Ferrante. La barca si allontanò, mentre, alle spalle, ricominciava l'allegro brusìo del dialetto, ricominciava il ticchettìo degli zoccoletti sulle fondamenta di pietra levigata, ricominciava la canzone costantinopolitana della Strega.

Di giorno il quartier generale del nostro tenente era l'osteria Alla Venezia risorta, condotta da Oreste Meolo, gran ritrovo dei politicanti di Cannaregio. L

Il conte Bollati non era tornato a casa e non aveva nessuna intenzione di ritornarci. Quando principiò il bombardamento egli era in una bettola a pochi passi dalla quale scoppiò una granata. Uscitone in fretta, trovò la strada piena di gente che fuggiva dal sestiere di Cannaregio, quello appunto dov'era il palazzo gi