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Gregorio VII e l'etá seguente, in generale. Gli uomini veramente grandi, Camillo, Cesare, Carlomagno, Gregorio VII, hanno il privilegio di dar principio a nuove etá.

Di Camillo Da Monte Varchi Mosso da l'alta vostra chiara fama, di cui per tutto il mondo il grido suona, vengo cantarvi anch'io Tullia Aragona, cui chi più sa, più sempre ammira e ama. E s'adempir potessi ardente brama di salir l'alto monte d'Elicona, qual voi n'arrecherei degna corona, ch'al ciel vi porta, che vi aspetta e chiama.

A lei forse avrebbe potuto perdonare: ma Camillo, che conosceva i suoi bisogni e il suo cuore, quest'uomo che nell'alta sua posizione sociale poteva scegliere fra cento donne della più eletta aristocrazia, questo fratello che approfittava della debolezza di un fratello minore per sopraffarlo, ah no, questo Caino non era degno di perdono.

¹ A. Lauria, Povero Don Camillo! scene della vita napoletana contemporanea. Catania, Giannotta, editore, 1897.

Camillo Bagliani era stato quest'uomo. Dal giorno che con una violenza di passione aveva preso possesso di questa creatura, se n'era compiaciuto gelosamente come d'un bene dolce e arrendevole, che compensava gli acri umori del suo temperamento biliare e le asprezze della sua rapida decadenza fisica.

, avete ragione.... Oh Camillo! esclamò la giovine, posando la testa sulla spalla di suo marito in uno di quegli slanci di tenerezza che lo spettacolo delle cose belle desta nei cuori gentili. I due sposi non badavano più a me. Io mi ritirai in disparte a pensare al mio sogno.

Pars bona mulier bona. Perchè alle torri del superbo Irnando Sempre drizzi lo sguardo, o mio Camillo? Sposa, io molto l'amava; e in questi giorni Di nevose bufère, ognor la dolce Nostra infanzia mi torna alla memoria, Quando, arridenti il padre suo ed il mio, O di soppiatto noi dalle castella Usciti, incontravamci appo la riva Congelata del Pellice, e lung'ora Qua e l

Forse Camillo non volle o non potè rendere allora dei conti, che non furono resi mai, nemmeno più tardi: forse Massimo non ebbe abbastanza forza d'insistere nel far valere il suo diritto: forse il suo fratello maggiore, coll'autorit

Per lo innanzi, essi si davano ancora la pena di discutere, di brillare, di far parata d'ingegno e di sapere davanti al conte Camillo. Ora, a che pro? Si suona la carica, e la bisogna è sbrigata.

Quindi ad innalzarsi i milanesi a giusto orgoglio, a gran credito, a meritata potenza in tutta Italia: Milano faceva allora ciò che giá Roma all'epoca di Camillo: in Milano era la somma, era l'onor d'Italia; i milanesi furono sublimi, prudenti, disinteressati, generosi in tutta questa guerra.