United States or Nepal ? Vote for the TOP Country of the Week !


Ella esitò un istante. Ov'è la duchessa? ripetè egli. Non so, rispose tremante la camerista. Come? Non l'ho veduta, eccellenza. Non mentire, diss'egli scuotendola. Parla!... In quel momento entrò un'altra donna. Don Francesco la interrogò. È discesa, rispose la nuova venuta. Egli non udì altro. In un attimo fu fuori dall'appartamento. Fece le scale a precipizio.

Rientrò nella sua camera, leggiera ed inosservata. Si coricò; finse dormire, e nessuno sospettò di lei... L'indomani per tempo si alzò; all'ora solita disse volersi recare in chiesa, ma rifiutò la compagnia della camerista, che abitualmente la seguiva. Escì pallida e stravolta, senza che Camila la vedesse partire.

Un cavaliere, diss'ella alla duchessa, chiese con istanza che venisse tosto consegnata a vossignoria illustrissima. E si arrestò vedendo il duca, di cui non si era accorta dapprima. Una lettera? domandò egli. La camerista temette d'aver commessa qualche imprudenza e rimase imbarazzata. Quel suo contegno insospettì il duca. Ti si è forse ordinato che io non la veda? chiese alterato.

Questo giovane gentiluomo, ch'è il clarissimo signor Duca di Altemps..., incominciò a favellare don Francesco, ! E senza schiudere gli occhi, appena fece il masnadiero un lievissimo cenno col capo. Ha concepito un furioso amore per certa fanciulla... Delle nostre, o delle vostre? E che so io? Una camerista... nostra, vostra; notò Olimpio, alzando le spalle in atto di disprezzo.

E dopo quei pochi giorni di riposo, di tregua, sole nel gabinetto della principessa, se lo ripetevano. Gabriella dava loro pochissimo imbarazzo. Stava nella sua stanza non meno volentieri di quanto esse ve la lasciassero. Non ne esciva che per il pranzo e la cena, e per recarsi la mattina in chiesa accompagnata da una camerista.

Dammi quella lettera, interruppe donna Livia, e conduci teco il bambino. La camerista obbedì, contenta, chè aveva avuto paura. Questa volta i caratteri sono suoi, disse il duca, mentre donna Livia stava spiegando la lettera. Indi: Voglio leggerla io! Tenete. Ella non aveva avuto neppure il tempo di gettarvi lo sguardo. Mi sembrato agitata?... Di che paventate?...

Mi vedrei io forse costretto con mio malanimo richiamarti al dovere, farti conoscere dico... le incombenze che gravitano ad una camerista saggia e devota? Oh la non s'inquieti signor maggiordomo, rispose Marta con un po' d'ironia, s'io mi fermo quì gli è col permesso del signor padrone.

La giovane principessa la fece subito accompagnare da una camerista in una magnifica stanza da letto del piano superiore, ove il principe aveva fatto assegnare ai cugini un vasto appartamento. Subito dopo donna Maria si volse a Camilla, che le sembrava un prezioso ausiliare. Signora, le disse, spiegatemi, ve ne prego, la causa della vostra emozione.

Il duca si diresse verso l'appartamento di sua sorella. Chiese di lei ad una camerista, la fidata Caterina. Questa, che, per aver dimorato nel palazzo di don Francesco, lo conosceva e ne aveva paura, rispose un po' tremante che la principessa non voleva ricevere alcuno. Il duca la respinse ed entrò egualmente. Non aveva pratica di quell'appartamento ove non era mai entrato.

Una donna apparve con una cassetta fra le mani e volgendosi alla duchessa: Contiene un mazzo di fiori, le disse; fu portata da qualche tempo, viene dal castello; ma una dama forestiera aveva scongiurato un servo di non consegnare alcun oggetto a vossignoria illustrissima sin dopo il ritorno del signor duca. E la camerista escì.