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Ognuno si levò il fazzoletto di tasca, lo piegò a punta, se lo mise sul volto, e l'annodò dietro la nuca in modo che non si vedessero che i soli occhi sotto il berretto: si misero i cappotti, e sulla testa i cappucci: mastro Vanni andò a accendere una lanterna, prese una corda, e così camuffati, sinistramente brutti a vederci, spostarono il letto, alzarono la ribalta, e si calarono per il buco.

Al suono di una marcia funebre entrarono le pie donne, Giovanni l'apostolo e Giuseppe d'Arimatea. Essi portavano il corpo di Lindo con grave stento; lo sollevarono adagio adagio e lo calarono nel sepolcro, dopo averlo avvolto entro un candido sudario. Le pie donne si misero davanti al sasso, per nasconderlo, finchè G. C. si fosse accomodato. Poscia, rompendo in singulti, si allontanarono.

Lesti adunque presero un canapo, che per buona ventura si trovava sul carro, e lo calarono giù: ma parte che essi non sapevano il luogo appunto ove ella si fosse, parte che il masso, sportando, teneva la corda discosta dalla barca, mai non potè la infelice vedersela vicino, che osasse abbandonare il suo ramo; e veniva dicendo: A ritta A mancina Non la posso prendere Ajuto ajuto

Sono figli della Drava e dei Carpati: Ungheresi ch'erano pochi mesi addietro nelle file nemiche. Soldati e prodi, essi s'apprestavano al debito loro nella battaglia; ma quando si videro a fronte la bella bandiera dai tre colori, e udirono il grido all'armi! d'Italia, sentirono un brivido nell'ossa, come s'essi movessero a guerra fraterna, e calarono l'armi e s'arresero.

Egli con favella pacatissima rispose: Lasciate andare: non ve ne fidate; io conosco questa razza di gente; lasciate andare! E qui calarono le penne della mia presunzione. Nondimeno insistetti, ed egli, non avvezzo a repliche, si tirò sugli occhi il cappellino. Al noto segno di mal'umore, io sull'istante soggiunsi colla mano alla visiera: Generale, sempre agli ordini vostri.

Nessuno rispose alle melanconiche parole di Polo e però senz'altro calarono. Raccolti nell'umile burchio che li aspettava, quegli otto giovani, prima di spiccarsi davvero dalla riva, gettarono d'istinto uno sguardo di saluto e commiato ai declivii ed ai colli.

Una settimana prima della mia ascensione, i signori F. L. Gunther e D. M. Gunther di Berlino, colla guida Pietro Dimai, avendo salito la Croda da Lago per la vecchia via, e discesa la Cresta Nord, dai piedi di questa si calarono direttamente in Val Formin, eseguendo così una prima parziale discesa della parete Ovest. La via da me seguita nella salita qui descritta è in ogni caso completamente diversa e si svolge tutta (salvo gli ultimi 10 metri) sulla parete Ovest, della quale i signori Gunther intrapresero la discesa a met

Così dicendo, il Mèntore, pigliato per un braccio l’amico, lo trasse con fino all’orlo del fosso, ove calarono prestamente ambidue, andando a nascondersi dietro uno svolto di muro.

Epperò, da principio si fortificavano in Orco, Verzi ed altre villate sui monti; indi, scemato il pericolo, o cresciute le forze, calarono a Pertica, dove sorse appunto il castel Gavone, due miglia distante dalla riva del mare.

E messer Pietro, la mattina del 14, bravamente discese. Santino da Riva, colle sue lancie, correva sulla sponda sinistra del torrente di Pia, per assicurare le spalle dell'esercito dalla imboscate nemiche. I quattrocento balestrieri di Genova calarono in bell'ordine sotto il comando di Nicola Fregoso, giovin cugino di Pietro, e s'avviarono verso la foce del torrente. Giunti ad un luogo coltivato, che avea nome di Vigna Donna, si fermarono, con gran meraviglia dei difensori di Castelfranco, che si aspettavano un assalto e stavano ai parapetti, pronti con verrettoni, sassi, e pece bollente, a respingerli. Questo per la difesa del castello; ma dietro ai saglienti dei bastioni c'era preparato dell'altro, per attaccar battaglia sul lido. Erano col