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50 Di queste speme Amor ordisce i nodi, che d'altre fila ordir non li potea, onde mi piglia: e mostra insieme i modi che da la donna avrei quel ch'io chiedea. A succeder saran facil le frodi; che come spesso altri ingannato avea la simiglianza c'ho di mia sorella, forse anco inganner

44 Non che di lei, ma restar privo voglio di ciò c'ho al mondo, e de la vita appresso, prima che s'oda mai ch'abbia cordoglio per mia cagion tal cavalliero oppresso. De la tua difidenza ben mi doglio; che tu che puoi, non men che di te stesso, di me dispor, più tosto abbi voluto morir di duol, che da me avere aiuto.

Vedi che ho dato, un tratto, un pugno e un calcio a questa povertá, madre tignosa del freddo e de la fame e de' pedocchi. Ma non potrò durare in questo stato, ché la bontá suol sempre il fondamento esser de la miseria; e, s'io in quel punto era da bene, ora sarei mendico. Voglio mutar costumi, or c'ho la robba, e diventar un asino. ARTEMONA. È quattro ore che t'ho cercato.

Ma ciò ho detto per mostrare quello c'ho narrato esser vero, cioè uno per dodici e dodici per uno, tanto per li pesi quanto per li valori, ancorché queste monete fossero della real forma alquanto migliori.

Marfisa lo guardò d'una maniera la piú bizzarra che fosse inventata, e non gli ha dato campo a parlar prima, ma lo rimproverò di poca stima. Meritereste disse che l'amore c'ho per voi se n'andasse alle calcagna. Mi lasciaste otto giorni contar l'ore, come s'io fossi qualche vostra cagna. O un asin siete, o non avete core, o un core avete fatto di lasagna.

Haile tu raccontato le cittá che ho prese, le tante volte che ho combattuto in steccato e le battaglie terribili c'ho fatte? MASTICA. Quali? TRASILOGO.... Non devi esser di questa cittá o sei nato sordo, poiché non hai inteso per ogni cantone le mie pruove. Ascolta, che vo' raccontartene una spaventevole che un tempo ebbi con la famosa Alitia.

LAMPRIDIO. Ecco il vostro schiavo in catene che ave esseguito quanto dalla sua divina padrona gli è stato imposto, acciò conosca l'ardentissimo desiderio c'ho di servirla e mostri il simolacro del cor suo qual stia avinto intorno di catene.

MINIO. E sapete ch'ella è bella? ché, quando va al letto, ogni sempre dorme con meco ed è bianca e roscia. PRUDENZIO. Orsú! non piú. Torniamo dentro. RITA. Caminamo, de grazia, Ceca, sorella, ch'ell'è tardo; e so che si lamentará di me c'ho temporeggiato troppo al ritornare. CECA. E che si lamenti. E poi è ella frettolosa che vogli esser servita presto?

18 Rinaldo molto non lo tenne in lunga, e disse: La battaglia ti prometto; e perché tu sia ardito, e non ti punga di questi c'ho d'intorno alcun sospetto, andranno inanzi fin ch'io gli raggiunga; meco rester

22 Ora essendo voi qui per ascoltarmi, ed io per non mancar de la promessa, serberò a maggior ozio di provarmi ch'ogni laude di lei sia da me espressa; non perch'io creda bisognar miei carmi a chi se ne fa copia da se stessa; ma sol per satisfare a questo mio. c'ho d'onorarla e di lodar, disio.