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Lo avevano burlato al suo paese, quando aveva indossato il camicione bianco e il cappellone di feltro, col tamburo su la pancia, e lui non se l'era presa. Avrebbe fatto lo stesso ora in quella cittaduzza dove pochi lo conoscevano.

Ella voleva burlarsi di lui: egli si sarebbe burlato di lei, l'avrebbe spinta a un'altra delle sue scene di cortigiana, di finta, folle passione: l'avrebbe assaporata, goduta a tratti a tratti, poi le avrebbe riso in faccia: l'avrebbe forse schiaffeggiata, costretta a domandargli perdono in ginocchio, trascinata pe' capelli sul tappeto della stanza, se gliene fosse venuto talento.

DON IGNAZIO. Talché noi abbiamo gentilmente burlato il fratello, il quale si pensava burlar me. SIMBOLO. Se non era il mio consiglio, ti saresti trovato in un gran garbuglio. AVANZINO. Padrone, datemi la mancia, ché me l'ho guadagnata davero. DON IGNAZIO. E di che cosa? AVANZINO. Non la dico, se prima non me la prometteti. DON IGNAZIO. Ti prometto quanto saprai tu dimandarmi.

E tra le fantasie ardenti del suo cervello, passò due ore della notte a guardare le stelle, a parlar loro, egli che si era sempre burlato degli amanti e dei poeti stellaiuoli; ma che volete, aveva nell'anima una ricchezza, un rigoglio di vita e di affetto che fugava ogni ironia. Mille idee belle, nuove, ridenti, gli nasceano nel cervello, mille creazioni gli apparivano, l'attivit

ARREOTIMO. Io m'ho inteso schiantare il core pensando al pericolo dove s'è trovata: ché vedendosi Erasto cosí burlato da lei sapendo la cosa come fusse passata, tirato da sdegno l'avesse dato qualche ferita, e fusse stata al mondo essempio di costante ben , ma d'infelicissimo amore.

«Ed egli mi rispose che non lo sapeva, e che....» Carlo a quel discorso si stimò burlato, e stretta la destra minacciò di percuotere sul viso il Maestro, che alzata la persona fuggì per la scala brontolando: Tête-bleu, Corbleu, ma tra i denti, perchè sapeva Luigi IX di Francia chiamato il Santo avere decretato la pena del taglio della lingua col ferro rovente per tutti quelli che profferissero queste parole.

MORFEO. N'hai tu piú bisogno di noi: che il maestro non ti rompa la testa, come s'accorgerá che sei stato burlato. Che ti par, so ben fingere? PANURGO. Tanto bene che l'aresti dato ad intendere ad altra persona che non è lui. Oh, come ci ha giovato costui! Giá si può tener disfatto il matrimonio. MORFEO. Andiamo a magnare, che le vivande si guastano, e di qua ne sento la puzza.

Egli, e cinquanta compagni vestiti da demoni, una notte nel 1065 penetrò nel monistero di Accadia, ed avendo contaminate quelle sante sorelle di Cristo le fece frustare pei chiostri, cantando: chè di chicchesia d'allora in poi e' si sarebbe burlato, perocchè aveva a cognato Gesù.

PIRINO. Misero me, qual si trova pena maggiore, che paragonandola alla mia non sia una gioia! non è misero stato che non abbia qualche speranza; sola la mia è priva d'ogni futura allegrezza. Buon augurio, Pirino caro, amato e riverito da tutte le belle donne del mondo. PIRINO. Non merito esser burlato da te. PANFAGO. Ben sai che son piú tosto avaro delle tue lodi, che prodigo in adularti.

Buon giorno, Zaccheo, gli dissi, me ne consolo che siete di buon umore. Non può essere altrimenti, mi rispose, quando mi rammento che vi siete burlato di me perchè davo la pappa al mio bambino, ed ora vi vedo dare il pasto ai pulcini. Ridete che avete ragione, soggiunsi, quando mi burlavo di voi ero un imbecille, e non capivo che non si deve vergognarsi che a fare il male....