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Quanto tarderò a scoprirne in me pure dei capelli bianchi?! Povero Nordi... Con questo tempaccio e con questa melma, mezz'ora di sentiero fra i prati..... Se ci avessi pensato..... l'avrei fatto ricondurre in carrozza... Smemorata! Ma e perchè, anche lui, andarsene così presto e di sbalzo?... buonasera e via... senza nemmanco toccarmi la mano..... Poveretto! NORDI e detta.

Ora si trovava di faccia al teatro S. Carlo. Entrò lentamente sotto il porticato. Si fermò a leggere un cartellone mezzo lacerato che pendeva a uno de' muri. S'accorse che sotto a quel muro una persona, che lui conosceva molto da vicino, stava tranquillamente accendendo un sigaro. Si adocchiarono nello stesso momento; Manlio s'accostò, con la mano stesa. Buonasera, signor Roberto.

Buonasera, Manlio; come va? Eh! disse lui, facendo spallucce Son seccato... L'altro, passando il sigaro nell'angolo delle labbra, fece per incamminarsi. Manlio gli tenne dietro, stringendoglisi accosto. Gli pareva, che quegli non gli avesse detto addio per stare un po' assieme, e intanto gi

È una romanza in azione disse il maestro di musica rompendo il silenzio. Duetto d'amore strillò un giovanotto. Non li disturbiamo disse soavemente Paola. Ehi, dalla barca! urlò il marito di Paola, come per contraddire sua moglie buonasera, buonasera, divertitevi! Tutta la brigata ripetette: Buonasera, buonasera, divertitevi!

Isso è, isso è!... Sta parlanno cu Cristina, a 'o puntone... Facitemmenne i' a me, aggiate pacienza!... Aspettate!... Si asciuga gli occhi in fretta. Quindi continua a far mostra di pettinarsi. Si sente di fuori un colpetto di tosse, e un «buonasera» scambiato fra due uomini. A mezzo della stanza, s'arresta. Si guarda intorno, aspetta quasi che Amalia si volti e gli parli.

Giovanni ha ragione. Un uomo la raggiunse: erano in piazza San Marcello. Signora, buonasera.... e si cavò il cappello, mettendosele accanto. Era Giovanni Serra. Un po' pallido, niente altro. Buonasera ella rispose, con voce stanca. Siete venuto via? : avrei voluto scendere con voi di l

Buonasera ella disse, con un'intonazione monotona. Buonasera egli rispose, cavando il cappello e facendole un grande saluto. Ma non si lasciarono subito. Parea che si dovessero dire qualche altra cosa. Parea che ambedue sapessero di non doversi veder più e che una qualche cosa, più intima, più misteriosa, si dovessero dire.

E al suono della rauca voce grossolana si voltarono pur a guardare verso la porta i miei compagni di tavolino del Caffè Grande al Corso. Era l'ercole della troupe d'acrobati attendata a Giffuni dietro il mercato bovino. Buonasera risposi Che c'è? Non si lavora?

Laura è seduta presso un tavolino da lavoro e sta ricamando. È una giornata d'autunno. All'aprirsi della scena le finestre mettono ancora un po' di luce. Siete voi Nordi? Buonasera. Buonasera, signora Laura. Ci volete lasciare gli occhi? Che cosa fate con questo buio? Ricamo. A memoria? Che volete, sono così sola! Ad accendere i lumi mi s'allungano le serate.