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Tacendo divenimmo la` 've spiccia fuor de la selva un picciol fiumicello, lo cui rossore ancor mi raccapriccia. Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici, tal per la rena giu` sen giva quello. Lo fondo suo e ambo le pendici fatt'era 'n pietra, e margini dallato; per ch'io m'accorsi che 'l passo era lici.

Poco più oltre il centauro s’affisse sovr’ una gente che ’nfino a la gola parea che di quel bulicame uscisse. Mostrocci un’ombra da l’un canto sola, dicendo: «Colui fesse in grembo a Dio lo cor che ’n su Tamisi ancor si cola». Poi vidi gente che di fuor del rio tenean la testa e ancor tutto ’l casso; e di costoro assai riconobb’ io.

fu spento dal figliastro su` nel mondo>>. Allor mi volsi al poeta, e quei disse: <<Questi ti sia or primo, e io secondo>>. Poco piu` oltre il centauro s'affisse sovr'una gente che 'nfino a la gola parea che di quel bulicame uscisse. Mostrocci un'ombra da l'un canto sola, dicendo: <<Colui fesse in grembo a Dio lo cor che 'n su Tamisi ancor si cola>>.

Il mare ai loro piedi ruggiva.... Spingendo l'occhio oltre l'insenatura, si vedevan le onde infaticate battere disordinatamente per tutta la lunghezza della spiaggia, fino a Nervi: e gli spruzzi si levavano altissimi, aprendosi a guisa di Ventaglio e ricadendo tra il bulicame della spuma. Perchè? domandò Cesare stupito. Lei non abbandonerebbe sua sorella?

fu spento dal figliastro su` nel mondo>>. Allor mi volsi al poeta, e quei disse: <<Questi ti sia or primo, e io secondo>>. Poco piu` oltre il centauro s'affisse sovr'una gente che 'nfino a la gola parea che di quel bulicame uscisse. Mostrocci un'ombra da l'un canto sola, dicendo: <<Colui fesse in grembo a Dio lo cor che 'n su Tamisi ancor si cola>>.

Così a più a più si facea basso quel sangue, che cocea pur li piedi; e quindi fu del fosso il nostro passo. « come tu da questa parte vedi lo bulicame che sempre si scema», disse ’l centauro, «voglio che tu credi che da quest’ altra a più a più giù prema lo fondo suo, infin ch’el si raggiunge ove la tirannia convien che gema.

Poco più oltre il centauro s’affisse sovr’ una gente che ’nfino a la gola parea che di quel bulicame uscisse. Mostrocci un’ombra da l’un canto sola, dicendo: «Colui fesse in grembo a Dio lo cor che ’n su Tamisi ancor si cola». Poi vidi gente che di fuor del rio tenean la testa e ancor tutto ’l casso; e di costoro assai riconobb’ io.

Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici, tal per la rena giù sen giva quello. Lo fondo suo e ambo le pendici fatt’ era ’n pietra, e ’ margini dallato; per ch’io m’accorsi che ’l passo era lici. «Tra tutto l’altro ch’i’ t’ho dimostrato, poscia che noi intrammo per la porta lo cui sogliare a nessuno è negato,

Poi vidi gente che di fuor del rio tenean la testa e ancor tutto 'l casso; e di costoro assai riconobb'io. Cosi` a piu` a piu` si facea basso quel sangue, si` che cocea pur li piedi; e quindi fu del fosso il nostro passo. <<Si` come tu da questa parte vedi lo bulicame che sempre si scema>>, disse 'l centauro, <<voglio che tu credi

Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici, tal per la rena giù sen giva quello. Lo fondo suo e ambo le pendici fatt’ era ’n pietra, e ’ margini dallato; per ch’io m’accorsi che ’l passo era lici. «Tra tutto l’altro ch’i’ t’ho dimostrato, poscia che noi intrammo per la porta lo cui sogliare a nessuno è negato,